“Il prodotto Sardegna non è riconoscibile nei mercati delle vacanze, specie in quelli internazionali, è come un’immagine sgranata, perché la Regione in questi anni non ha fatto politiche di settore”. A scattare la fotografia, stavolta nitidissima, sulla “mancata competitività dell’Isola” è Francesco Morandi, il nuovo assessore al Turismo che stamane, nel corso di una conferenza stampa congiunta col titolare dei Trasporti Massimo Deiana, ha presentato i numeri dei collegamenti aerei coi quali la Sardegna si prepara alla stagione 2014.
Al tavolo insieme ai due assessori, i massimi dirigenti degli scali di Cagliari, Olbia e Alghero, “a cui – ha detto Morandi – va riconosciuto il merito di aver fatto da supplenti alle assenze della Regione. Ma è chiaro che così non si può andare avanti: dobbiamo ricomporre l’immagine dell’Isola con una programmazione di medio termine che coinvolgerà non solo i partner istituzionali (cioè aeroporti e porti) e quelli commerciali (vettori e compagnie di navigazione), ma anche gli enti locali, i territori, i consorzi e tutti gli operatori che contribuiscono a costruire l’offerta. Serve un network, è necessario prima di tutto diventare un sistema”.
Tecnicamente si parla di “destination management” e vuol dire “gestione integrata dell’offerta”: dai voli agli hotel passando per “le attrattive dei territori”, ovvero cosa si può visitare, come e quando. Insomma, a un mese dal suo insediamento, Morandi, il docente di Diritto del turismo portato in Giunta dal Centro Democratico, scopre altre debolezze del governo Cappellacci: una montagna di soldi pubblici spesi anche attraverso l’agenzia regionale Sardegna Promozione, senza alcun effetto, a sentire il professore. E gli esempi – notissimi – si sprecano: dal reality Sweet Sardinia alle caprette in ferro battuto. L’assessore ha ben altri progetti che partiranno dalla “creazione” delle cosiddette “motivazioni di viaggio”, e significa “trovare le ragioni per le quali i turisti sceglieranno la Sardegna come meta vacanziera o possibile residenza”.
Morandi la sua road map ce l’ha in testa. “Dobbiamo lavorare su due livelli: uno internazionale e l’altro domestico. Nel primo caso si tratterà di vendere l’immagine dell’Isola che siamo. Cioè una terra che intanto è ben collegata al resto del mondo e lo dimostrano le 63 tratte con gli scali europei ed extra Ue, a cui si aggiungono le 24 nazionali. Quindi una Sardegna che fa del clima mite la sua unicità. Possiamo essere scelti non solo per le esperienze turistiche, ma anche di vita, e questo lo dico soprattutto in riferimento ai mercati Nord europei e a quelli nuovi dell’Est”
Sul fronte nazionale, la sfida di Morandi è “veicolare la certezza che non siamo una destinazione cara, a differenza di quanto si pensa oggi, anche erroneamente. La Sardegna è percepita come un’Isola costosa, invece noi dobbiamo spiegare che ci sono offerte differenziate e tutti possono essere accontentati”.
Il piano Morandi scatterà a fine di maggio, “con la programmazione per il 2015. Bisognerà mettersi d’accordo e individuare le priorità. In Sardegna non si è mai destagionalizzato perché non si è deciso su quale turismo puntare nei mesi di spalla all’estate. E c’è quello archeologico, lo sportivo, c’è il turismo religioso e quello identitario. Faremo leva anche sulla promozione degli eventi, grandi e piccoli: a tutt’oggi non esiste un calendario sardo. Nella bassissima stagione gli operatori devono imparare invece a riqualificare le strutture e a formare gli addetti”.
Il discorso di Morandi è piaciuto ai manager che gestiscono gli aeroporti. Stamattina è stato Silvio Pippobello, amministratore delegato di Geasar (Olbia), il primo a mettere in chiaro che “noi non siamo gli attrattori dell’industria vacanziera, ma gli strumenti, spetta ai territori costruire e generare l’offerta”. Sulla stessa lunghezza d’onda Mario Peralda, alla guida della Sogael (Alghero) e Vincenzo Mareddu della Sogaer (Cagliari). I due hanno detto: “Gli aeroporti devono soddisfare le capacità di trasporto, non di turismo”.
La Regione ha dunque un obiettivo in fatto di vacanze: è il brand Sardegna, e si capisce che Morandi non gradisce le favole: “Oggi non siamo competitivi, non abbiamo ancora sviluppato un prodotto capace di portare i turisti, soprattutto dai nuovi mercati. Se non raggiungiamo questo traguardo, non possiamo pensare di creare economica con le vacanze”.
Alessandra Carta
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