Manovra, Paci: “La lettera inviata a Tria non è una mossa elettorale”

“La lettera al ministro Tria non è una mossa elettorale ma una forte, decisa, convinta richiesta di chiudere la stagione degli accantonamenti avendo di fatto il Governo chiuso quella dell’austerità e del risanamento del debito pubblico nazionale”. Lo dice l’assessore del Bilancio Raffaele Paci replicando al senatore del Movimento 5 Stelle Emiliano Fenu, che aveva attaccato la Giunta sulla lettera inviata al ministro Tria. “Chi dice che ci siamo svegliati adesso e che facciamo richieste al governo Conte solo perché non amico, è in malafede o ha memoria corta – attacca l’esponente dell’esecutivo – la Giunta Pigliaru ha impugnato le ultime tre finanziarie dei governi Renzi e Gentiloni e la battaglia sugli accantonamenti la portiamo avanti da anni. Non esistono governi amici ma l’interesse dei nostri cittadini e della nostra regione e in nome di quegli interessi sono convinto che si debba portare avanti una battaglia comune, qui in Sardegna e in Parlamento, ognuno nel suo ruolo ma con uno stesso obiettivo per riprenderci quei 684 milioni da destinare a politiche di sviluppo”.

Per quanto poi riguarda il ritiro dei ricorsi sul quale ha puntato il dito l’ex governatore Ugo Cappellacci (Fi), Paci afferma che “i bilanci non si fanno con le sentenze della Corte Costituzionale: gli stessi giudici scrivono che serve il passaggio politico per trovare l’accordo. La Corte fa sentenze, non scrive i bilanci, né quelli statali né quelli regionali. Quindi è del tutto inutile continuare a evocare ricorsi che non avrebbero di certo garantito automaticamente l’arrivo di miliardi di risorse, mentre con gli accordi firmati abbiamo chiuso la vertenza entrate rimasta aperta per dieci anni assicurando 900 milioni di arretrati e 150 in più all’anno”.

 

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