Maninchedda al Pd: “A dicembre noi votiamo per il candidato governatore”

Paolo Maninchedda lancia dal suo blog ‘Sardegna e libertà‘ una controffensiva politica al Pd dopo che ieri, accusa il fondatore e leader del Pds, il Partito democratico ha lanciato “una offensiva mediatica”. Maninchedda non precisa il fatto né lo spiega. Si limita a scrivere: “Se si vuole parlare con noi, si deve accettare il rischio della competizione sulle cose e sui candidati, non foss’altro perché col Pd abbiamo punti di vista differenti su diverse cose che devono e possono essere mediati solo attraverso un dibattito e una competizione pubblici”.

Maninchedda, dal suo blog, annuncia che “abbiamo trovato i soldi per fare le primarie con donazioni degli iscritti e dei sostenitori, tutte attraverso bonifico e tutte iscritte nel bilancio del partito”. E scrive ancora: “A dicembre i sardi, per la prima volta nella storia, che si trovino in Sardegna o nel mondo, potranno votare e dire che si sentono una nazione. Per la prima volta sarà possibile constatare materialmente che, a differenza di ciò che afferma la Costituzione italiana, non c’è solo la Nazione italiana che è un’invenzione recente, ma anche una Nazione Sarda (che è una realtà millenaria)”.

Maninchedda fa anche il nome del primo candidato alle primarie che non è un esponente del Partito dei sardi, ma Matteo Murgia, un indipendente della sinistra isolana, 40 anni, sulcitano di Giba e libero professionista a Cagliari. Murgia nelle scorse settimane aveva avviato una raccolta fondi a sostegno della sua candidatura. Ieri, sulla propria pagina Facebook ha comunicato la fine della colletta e la decisione di correre alle primarie del Pds.

Maninchedda ha scritto ancora: “Fino al 15 novembre sarà possibile presentare altre candidature. Sappiamo – continua senza fare nomi – di un’iniziativa che riguarda un sindaco donna e di un’altra che vedrebbe candidato un noto imprenditore della sinistra sarda”.

Al Pd Maninchedda fa una serie di domande, che sono poi richieste di chiarimento sul programma elettorale. E scrive: “Noi, per esempio, pensiamo di azzerare la riforma sanitaria, di rompere la cappa di dominio politico e di conseguente disservizio che si è affermata in Sardegna. Noi pensiamo che il rapporto di qualsiasi governo sardo con lo Stato e i Governi italiani debba essere competitivo. Noi pensiamo che la Sardegna sia una Nazione. Noi pensiamo che la Sardegna sia stata trasformata dai grandi gruppi commerciali in un aggregato anonimo di consumatori che hanno perso la memoria di come si produce qualcosa. Noi pensiamo che l’agricoltura sarda sia priva di strategia politica e non riesca a valorizzare i suoi punti di forza. Noi pensiamo tutto il male possibile della Buona Scuola di Renzi e delle riforme istituzionali del governo Renzi”.

Maninchedda apre anche all’elettorato moderato. E sempre rivolgendosi al Pd scrive ancora: “Noi pensiamo che con Forza Italia e le forze moderate del Centrodestra italiano sia necessario tenere aperto un dialogo nazionale sardo, per salvare la Nazione sarda dall’egemonia delle regioni forti dell’Italia oggi al potere. Su questo e su altro – chiarisce il leader del Pds -, serve competizione regolata, non certo giochetti egemonici che con noi non hanno mai funzionato”.

Infine l’appello “ai giornali”, ai quali “chiediamo rispetto – aggiunge Maninchedda -. Noi produciamo fatti, non indiscrezioni inverificabili”, anche se al momento non è verificabile la stessa indiscrezione sui due nuovi candidati alle primarie appena annunciata da Maninchedda. Che conclude così: “Ogni tanto vorremmo che si parlasse anche dei fatti. Su questi temi si riuniranno stasera l’Esecutivo nazionale del Partito dei sardi e domenica il direttivo”.

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