Il tour di Luigi Di Maio fa tappa sull’Isola: “Sardi fidatevi di noi”

Centinaia di selfie e strette di mano. Si è conclusa con un abbraccio collettivo la passeggiata cagliaritana al mercato di Sant’Elia di Luigi Di Maio, candidato presidente del Movimento 5 stelle alle elezioni del 4 marzo. Ha concluso la prima tappa della sua due giorni nell’isola parlando proprio della Sardegna. “Sardi fidatevi di noi. Anche grazie al fatto che ci siamo tagliati gli stipendi, abbiamo contributo a far nascere qui diverse imprese. È così continueremo”. Per tutta la durata della camminata al suo fianco c’era il velista Andrea Mura, candidato alla Camera in Sardegna.

“È una delle nostre competenze che mettiamo in campo – ha detto Di Maio – metterà per noi cuore e testa”. Durante la passeggiata il leader pentastellato si è fermato a parlare con tante persone. Qualcuno gli ha parlato dei problemi della sanità in Sardegna. “Vi dicono che magari l’ospedale – ha detto Di Maio – è a trenta chilometri, ma sono magari trenta chilometri di curve”. Un commerciante gli offre un mandarino. E lui accetta e degusta: “Buonissimo – risponde – a buon rendere: buon lavoro”. E ancora: un uomo gli racconta della situazione di crisi del porto canale di Cagliari. “Fate qualcosa”, gli dice. E lui risponde: “Mandiamoli via – dice parlando di chi governa – e poi vediamo”. A una donna che si avvicina per stringergli la mano Di Maio dice: “Ricordati, questo mese vale dieci anni”. E ancora: un’altra donna con le buste della spesa urla: “Speriamo che non siano solo parole”. Lui si ferma, le stringe la mano e la rassicura: “Non sono solo parole, altrimenti saremmo come gli altri”.

dimaiocagliari

Non solo parole e pensieri rivolti alla Sardegna. Di Maio ha parlato anche delle questioni nazionali che stanno tormentando la campagna elettorale: “Chi si è permesso di diffamare il M5S dicendo che abbiamo in lista degli impresentabili si faccia un esame di coscienza. Noi abbiamo tutti incensurati, sono gli altri che hanno una serie di impresentabili dei quali chiediamo il ritiro dalle liste”. In particolare, “chiedo a Matteo Renzi di far ritirare i suoi dalle liste, gente che è sotto processo per reati gravi e che ha fatto azioni politiche indegne. A loro daremo lo stesso modulo che ha compilato ieri Emanuele Dessì come atto di impegno per rinunciare alla sua candidatura”.

Luigi Di Maio ha poi commentato il caso dei consigli dati in Veneto per cercare “nefandezze” e “foto imbarazzanti degli avversari. “Ci siamo già espressi con il silenzio, queste cose fanno parte di iniziative personali che non sosteniamo. “Più che altro – ha detto – sono esterrefatto per il trattamento che si sta riservando al Movimento Cinque Stelle: ci attaccano tutti e tutti quanti assieme, qualsiasi cosa facciamo, e hanno ragione perché siamo la prima forza politica del Paese. Io non rispondo più a nessuno”.

Dopo aver fatto tappa a Carbonia, intorno alle 18,30 Di Maio è arrivato a Nuoro. “Siete la regione che ha dato i natali a Berlinguer, ma che fine ha fatto da voi la questione morale? Avete candidati coinvolti nella P3 (il riferimento è all’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci, che in serata ha duramente attaccato il candidato premier del M5S, ndr) e indagati per altri reati”. “Propongo agli altri partiti di dare ai candidati impresentabili i nostri moduli per firmare la loro rinuncia – ha aggiunto il candidato premier del M5S – solo così si possono ripulire le liste dagli impresentabili nei partiti di destra e di sinistra”.

“Renzi – ha scritto poi Di Maio in un post su Facebook – anziché ritirarli e chiedere scusa ha deciso di difendere la sua truppa di impresentabili”. Il leader di M5s elenca poi i candidati del Pd che risultano indagati o rinviati a giudizio. “Renzi – aggiunge poi nel post – si permette di fare la morale a noi sulle amicizie di un candidato che ha preso l’impegno a rinunciare a candidatura ed elezione, lui che è segretario di un partito che ha preso migliaia di euro da Buzzi di mafia capitale che infatti ha partecipato a una cena di finanziamento del Pd. Proprio lui, che è segretario di un partito che in 4 anni ha ricevuto 9 milioni di euro di finanziamenti che nessuno sa da dove vengono (da gente come Buzzi?). Lui che ha spifferato a De Benedetti il decreto sulle popolari che ha permesso all’editore di Repubblica un plusvalore di 600.000 euro alla faccia dei risparmiatori sul lastrico. Lui che non ha detto una parola sui candidati impresentabili del suo vero alleato Berlusconi. Ci risparmi le sue parole – conclude – gonfie di retorica e ipocrisia. Ci dica quanti soldi gli ha dato Buzzi dei 9 milioni di euro arraffati dal Pd che non hanno un nome e un volto e ritiri gli impresentabili”.

 

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