L’opposizione all’attacco di Solinas: “Programma superficiale e generico”

L’opposizione non tradisce il proprio ruolo e, seppure con toni più o meno aspri, cerca di demolire l’idea di governo del presidente della Regione, Christian Solinas. A parlare sono i capigruppo a cui è spettato il compito di chiudere la terza seduta dedicata alle repliche alle dichiarazioni programmatiche del governatore. Il capogruppo del Partito democratico, Gianfranco Ganau, ha messo il semaforo rosso all’idea di “riportare in vita le Province, progetto che non avrà il via libera ministeriale”. Dopo aver difeso la riforma della sanità, l’esponente del Pd va all’attacco sulla continuità territoriale: ” Anziché difendere le prerogative della Sardegna, non ha trovato di meglio che revocare i bandi già assegnati per Cagliari e Alghero e validare quello di Olbia generando un’inopportuna disparità tra aeroporti regionali e una grave situazione di incertezza per il futuro dei 550 lavoratori di stanza a Olbia”.

Duro il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che, dopo aver giudicato le dichiarazioni del presidente “generiche e con tanti vuoti”, sposta l’attenzione sulla Giunta: “Le scelte sono state condotte in modo patetico e, al netto di qualche componente, molti profili sembrano inadatti ai compiti che lei stesso descrive nelle sue dichiarazioni”. La penstastellata, Desiré Manca, contesta l’assenza di rappresentanti del territorio di Sassari all’interno dell’esecutivo, e poi elenca una serie di criticità che, per la verità, “non dipendono soltanto da questa maggioranza”. Si tratta di una “sanità a pezzi, con liste d’attesa interminabili e medici che non hanno i mezzi tecnici per agire”. Il capogruppo di Leu, Daniele Cocco, punta dritto sulla battaglia degli accantonamenti condividendo le rivendicazioni: “Ora ci sono le condizioni per ottenere un grande risultato, quei 700 milioni che se non arrivano lasceranno allo stato di idee le tante proposte contenute nel programma”.

Dalla maggioranza di centrodestra arriva la conferma che Solinas, almeno per ora, può contare su un fronte decisamente compatto. Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, punta il dito sull’Europa e invita a “battere i pugni sul tavolo del Parlamento europeo per far riconoscere i diritti della Regione Sardegna”. Giagoni, però, va all’attacco dei consiglieri di opposizione, Massimo Zedda (Progressisti) e Piero Comandini (Pd), che nei giorni scorsi avevano ironizzato sullo slogan ‘prima i sardi’. Per l’esponente del Carroccio non si tratta di uno slogan elettorale “come avete provato a far credere”, quanto di una linea politica. “Noi difendiamo le nostre radici etniche e culturali, amalgamandole con l’orgoglio patriottico. Il centrosinistra faccia autocritica e sappia che la gente è stanca delle nefandezze della sua classe dirigente. Se per voi darci dei populisti è un insulto noi arriveremo alla fine della legislatura e guarderemo i risultati che avremo portato a casa”.

Il capogruppo dei sardisti, Franco Mula, condivide totalmente il programma del presidente e rivolto all’opposizione la accusa di citare “numeri fittizi per indicare la crescita della Sardegna sotto il governo Pigliaru”. Dai banchi di Forza Italia, il capogruppo, Angelo Cocciu, tende una mano all’opposizione e la invita “alla collaborazione e inaugurare un nuovo ciclo della politica. Lavorare tutti insieme per raggiungere traguardi importanti”. Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia e sindaco di Nughedu Santa Vittoria, ha parlato della situazione dei piccoli Comuni, sottolineando la necessità di “rimetterli al centro dopo una stagione di tagli selvaggi, perché i piccoli Comuni rappresentano una specie di quinta Sardegna che rischia di scomparire, dove vivere è al tempo stesso eroismo e testimonianza della forza della nostra identità; la riforma del 2016 ha tradito queste comunità e bisogna correggerla e le Unioni non sono da cancellare ma semmai da rifondare”.

M. S.

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