“Farò un esposto al garante per la privacy per chiedergli di intervenire su questa vicenda incredibile. Prima di tutto bisogna chiarire dove Berlusconi sia andato a prendere tutti questi indirizzi. Poi c’è un altro aspetto: la liceità di questo sistema di propaganda”.
Lilli Pruna, docente di sociologia del lavoro all’Università di Cagliari e candidata di Sel al Senato, è tra i destinatari della lettera-truffa. E, come tutti, si è chiesta attraverso quali canali Silvio Berlusconi abbia ricavato il suo indirizzo privato. Spiegarlo – e cioè accertare se ci sia stata una violazione di banche dati o un trasferimento non autorizzato di informazioni sensibile – è appunto compito del garante.
Poi c’è l’altra questione, già segnalata in un altro esposto, quello presentato dal candidato della lista “Rivoluzione civile” alla Regione Lazio Gianfranco Mascia: la violazione del testo unico delle leggi elettorali.
“Sul piano dell’etica politica non ci sono dubbi che siamo davanti a una scorrettezza gravissima. Ma si deve accertare se ci sia qualcosa di più. Berlusconi sta promettendo, in cambio del voto, del denaro pubblico. Perché i soldi della restituzione dell’Imu dovranno uscire dalle casse dello Stato cioè dalle tasche di tutti noi. E’ una forma, diciamo ‘evoluta’, di voto di scambio”.