Larghe intese sarde per salvare Abbanoa. Del bilancio di riparla a settembre

Tutti d’accordo – da Sel al Pdl – sul rinvio del bilancio a settembre. L’analisi del documento, già bocciato dai revisori, a consulenti esterni. L’inchiesta della Procura

Per salvare Abbanoa anche in Sardegna spunta la grande coalizione. Più grande ancora, visto che abbraccia non solo Pd e Pdl, ma pure Sel e Riformatori. Ieri,  con un voto unanime e trasversale, l’assemblea dei sindaci-azionisti (unico astenuto il primo cittadino di Bortigiadas Emiliano Deiana, Pd) ha deciso di rinviare a settembre (il 16 in prima convocazione, il 20 in seconda) l’approvazione del bilancio. Non solo: su proposta dell’amministratore unico Carlo Marconi, si è scelto di affidare a una società esterna l’analisi del documento finanziario. Con un risultato paradossale: il management della società resta in sella, mentre viene messa in discussione la relazione del bilancio fatta dai revisori dei conti. Ovvero, quella che ha innescato l’indagine della Procura di Cagliari. Sotto la lente, su tutto, sono finiti i 222 milioni inseriti nel capitolo dei crediti e mai incassati dalla Spa.

LO SCENARIO. Serve una premessa per spiegare queste larghe intese. Intanto: Abbanoa, pur restando una società autonoma, è sotto il controllo della Regione che è il terzo azionista col 13,3 per cento di quote, dopo i Comuni di Cagliari (18 per cento) e di Sassari (13,8). Vuol dire che i tre soci, praticamente da soli, possono decidere il destino della Spa. E da qui si spiega la grande coalizione. Infatti: la Giunta sarda è a guida pidiellina con Ugo Cappellacci, mentre Massimo Zedda (Sel) e Gianfranco Ganau (Pd) sono rispettivamente i sindaci di Cagliari e Sassari. Ancora: la Regione supervisiona la Spa con l’assessorato ai Lavori pubblici che è in mano ad Angela Nonnis, in quota Riformatori.

Alla partita dell’acqua, inoltre, si legano gli assetti dell’Ato, l’autorità che controlla Abbanoa. Fino a oggi Cappellacci l’ha gestita attraverso propri uomini, ma con le larghe intese c’è stato il passaggio di consegne al Pd: il nuovo commissario straordinario è Alessandro Bianchi, sindaco di Nuoro, il Comune che è il quarto socio, al 4% (segue Olbia al 3,92).

LA VERIFICA. Abbanoa, adesso, resta avvitata su un’incognita: chissà se i commercialisti della società esterna daranno un responso differente rispetto a quello, totalmente negativo, messo nero su bianco dal revisore dei conti Michele Caria: 222 milioni introvabili, soldi inseriti nella linea dei crediti e mai incassati, risorse che si aggiungono a un debito stellare (400 milioni a sentire l’azienda, il doppio secondo Caria).

E poi una serie di possibili irregolarità gestionali che hanno indotto il sostituto procuratore Giangiacomo Pilia ad aprire un fascicolo attorno a due ipotesi di reato: abuso d’ufficio e peculato. L’uno potrebbe riguardare appunto i 222 milioni, spalmati nel triennio 2011-2013; la seconda accusa, invece, rischia di trovare fondamento nella gestione delle risorse destinate alle infrastrutture. Si tratta di altri 116,6 milioni, coi quali il management di Abbanoa ha pagato anche le spese correnti, e non unicamente quelle in conto capitale, destinate appunto agli investimenti.

LA STAFFETTA. Sta di fatto che il sindaco Bianchi è il nuovo commissario straordinario dell’Ato, lui, un renziano del Pd sardo, «Votato – spiega – dal Consiglio delle autonomie locale, quindi dalle fasce tricolori». Ma la nomina è stata ratificata dal presidente Cappellacci che ha ceduto al Partito democratico una fetta di potere. Tant’è: in questa legislatura l’Ato era in mano a fedelissimi del centrodestra, come Franco Piga e Francesco Lippi. Sulla gestione di Abbanoa, Bianchi dice: «Prima di mandare a casa il management, serve capire se abbia realmente sbagliato, per questa ragione i sindaci hanno deciso di far analizzare il bilancio a una società esterna». Di certo, quello che rischia più di tutti è Sandro Murtas, il direttore generale sopravvissuto ai cambi di bandiera è in Regione: le giunte sarde si succedono, ma lui resta sempre in sella.

I COMMENTI. La Nonnis, dal canto suo, non nasconde la soddisfazione per il voto di oggi. E risponde a tutto, l’assessore, anche sul fatto che sia sua l’idea di far spulciare il documento finanziario da consulenti esterni. «Io – spiega – non ho fatto alcuna pressione. Semmai, in quanto rappresentante della Regione, ho difeso la necessità di compiere un’ulteriore verifica sui conti». E se Massimo Zedda, il sindaco di Cagliari, fatica un po’ a motivare il voto trasversale («Chiedete alla Regione»), il primo cittadino di Sassari non tergiversa affatto. «Non c’era alternativa – sottolinea Gianfranco Ganau -: se non si fosse rinviata l’approvazione del bilancio, Abbanoa sarebbe affondata, condannando i dipendenti alla cassaintegrazione». La Nonnis neanche immagina questo scenario: «La società non solo è salva, ma non ha mai rischiato nulla, la Regione sta aspettando l’ok dall’Unione europea per avviare la ricapitalizzazione». E sarebbero 184 milioni.

Alessandra Carta

 

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