L’Algeria ‘scippa’ il mare della Sardegna. Il Governo assicura: “Presto negoziati”

“Alla luce della progressiva stabilizzazione del quadro politico interno in Algeria, dopo l’elezione del nuovo Capo dello Stato e la nomina del nuovo esecutivo, si sta concretizzando la costituzione di una commissione che possa negoziare con l’Algeria la delimitazione delle rispettive aree marittime di interesse esclusivo. La prima riunione dovrebbe aver luogo, auspicabilmente, tra fine febbraio e inizio marzo. Nello stesso periodo il sottosegretario Di Stefano sta organizzando una visita in Algeria”. Lo ha detto nell’Aula della Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, intervenendo al question time, rispondendo all’interrogazione presentata dal capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, sul tema dell’allargamento dei confini territoriali marittimi dell’Algeria, avviato nel 2018, che di fatto sta riducendo il campo d’azione dei pescatori sardi, visto che i nuovi confini raggiungono e in alcuni casi si sovrappongono a quelli della costa sud-occidentale della Sardegna quasi fino a Oristano. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha ripercorso quanto accaduto dal 2018 a oggi.

“Con un Decreto presidenziale del 20 marzo 2018, l’Algeria ha proclamato la propria Zona economica esclusiva (Zee), identificandola con una serie di coordinate geografiche. La decisione, assunta senza un preliminare accordo con gli Stati frontisti e confinanti, crea una Zee sovrapposta a ovest della Sardegna con la Zona di protezione ecologica (Zpe) istituita dall’Italia nel 2011 e con l’analoga Zee istituita dalla Spagna nel 2013”.

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“La Zee algerina – ha sottolineato D’Incà – lambisce per settanta miglia e le acque territoriali italiane a sud ovest della Sardegna. Proclamando una Zona economica esclusiva di tale estensione, l’Algeria ha disatteso l’articolo 74 della Convenzione Onu sul diritto del mare che richiede agli Stati, nelle more di un accordo di delimitazione, di cooperare in buona fede con gli stati vicini e di non compromettere o ostacolare il raggiungimento dell’accordo finale con comportamenti lesivi degli interessi degli altri stati”.

“L’Italia – ha precisato D’Incà – ha contestato la decisione algerina con una nota verbale del 26 novembre 2018, con cui si propone l’avvio di negoziati per raggiungere un accordo di reciproca soddisfazione in materia. A seguito della contestazione italiana, l’Algeria si è detta disponibile ‘ad agire in comune, attraverso il dialogo, allo scopo di giungere a una soluzione equa e mutualmente accettabile sui limiti esterni della zona economica esclusiva dell’Algeria e dello spazio marittimo dell’Italia, conformemente all’articolo 74 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare’. In risposta, l’Italia ha proposto la costituzione di una commissione congiunta che porti, in tempi ragionevolmente brevi, alla definizione di un accordo di delimitazione”.

Il ministro ha poi aggiunto che l’Italia ha ottenuto da Algeri “la rassicurazione che non c’è, da parte di Algeri, alcuna volontà di ledere gli interessi italiani. Le posizioni italiane sono state condivise con la Spagna, che non ha ancora avviato contatti con l’Algeria. In occasione della visita del Ministro Di Maio ad Algeri, l’8 e 9 gennaio 2020, il Ministro degli esteri algerino ha ribadito massima apertura al negoziato con il nostro Paese per una rapida soluzione mutualmente conveniente della questione”.

Immediata la replica al ministro da parte del parlamentare del Carroccio, Claudio Borghi. “A fronte di una invasione delle acque territoriali prospicienti una parte della Sardegna da parte dell’Algeria c’è una lettera, dei dialoghi verbali e forse faremo un tavolo di negoziati”, ha evidenziato l’esponente leghista e, quasi prendendo in giro il Governo ha aggiunto “Ma che negoziati dobbiamo fare? La volta che l’Albania si annette le Tremiti cosa facciamo? Mandiamo una lettera e se la Slovenia si prende il Friuli?”. Borghi ha poi rincarato la dose: “Non capisco se vogliamo divertirci a fare gli zerbini del mondo. Non abbiamo nemmeno il coraggio di affrontare gli algerini. Mentre noi scriviamo la lettera o facciamo un tavolo per il negoziato, l’Algeria quel tratto di mare continua a considerarlo suo e stanno cominciando ad arrivare i migranti. Ne sono arrivati già 200 a fronte di zero prima questa decisa reazione dell’Italia. Io penso che forse, almeno per questa volta, sarebbe opportuno che l’Italia cominciasse a mostrare un minimo di spina dorsale. Non dico di andare con gli incrociatori, ma almeno cominciare con un atto scritto a far capire che il mare davanti alla Sardegna non è dell’Algeria. Questo è il minimo che si possa attendere dal nostro Governo”.

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