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La Regione salva i precari (e i commercialisti)

Grande soddisfazione per i commercialisti – tutti di nomina politica – cooptati nei collegi dei revisori di enti, agenzie e società regionali: non solo i compensi annuali sono stati quasi decuplicati, ma a beneficiarne saranno anche i professionisti che hanno ricevuto l’incarico prima del giugno 2011. Tutto merito di una proposta di legge approvata stamane dal consiglio regionale.

Una “legge omnibus”, come dice lo stesso titolo, molto generico: “Disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale”. Il provvedimento è stato sottoscritto da tutti i capigruppo e solo grazie a questa unanimità è approdato in Aula pur non essendo contemplato tra i punti all’ordine del giorno. La norma sui commercialisti (che ha scatenato una dura polemica tra Pd e Sel) è la più curiosa ma non la più rilevante “in materia di lavoro e nel settore sociale”. La più importante riguarda i precari dei Centri per l’impiego, che dovrebbero entrare a far parte dell’organico dell’Agenzia regionale per il lavoro. Inoltre, se l’Agenzia lo riterrà necessario, potrà organizzare dei corsi-concorso per l’assunzione definitiva dei lavoratori.

Anche su questo comunque le perplessità non mancano. Addirittura, secondo Sel, non ci sarebbe la copertura finanziaria e molti lavoratori rischierebbero di essere tagliati fuori da una eventuale stabilizzazione nell’Agenzia per il lavoro.

L’articolo che riguarda i commercialisti ‘regionali’ è il numero 3 e oltre alla polemica tra Pd e Sel ha avuto anche un altro effetto: sull’applicazione del nuovo regime ‘salariale’ l’Aula è stata ancor più di manica larga rispetto alle intenzioni del governatore. “L’adeguamento partirà dalle prossime nomine”, aveva precisato in delibera Ugo Cappellacci. E invece no: il consiglio regionale ha di fatto spazzato via quella disposizione e concesso il benefit anche ai nominati prima del 2011. Ma quanto prima? Per Sel non si sa di preciso, ma sulla carta, visto che il periodo non è specificato, potrebbe pretendere l’adeguamento del compenso tutti i revisori, magari nominati dieci anni fa. Per il Pd invece, che la norma l’ha votata, il riferimento è a tutti i componenti dei collegi alla data del giugno 2011.

“Anche in Sardegna sono arrivate le larghe intese”

“Le larghe intese annunciate a Roma, in Sardegna sono già decollate. Nel peggiore dei modi – si legge in una nota firmata dai consiglieri di Sel Carlo Sechi e Daniele Cocco -. Con questa leggina ‘urgente’ sono state mascherate operazioni clientelari con giuste richieste come quelle dei lavoratori Cesil, Csl e della formazione professionale. È stato dato l’assenso alla discussione sulla base della garanzia di accoglimento dei necessari emendamenti, che però l’Aula ha bocciato con una maggioranza bulgara. Speriamo che il Pd non sia intenzionato ad inaugurare in Sardegna una alleanza in corso di legislatura con Cappellacci”.

Si passa poi all’articolo sui revisori. “La chicca però è e rimane l’aumento indiscriminato delle indennità dei revisori degli enti regionali. Infatti – scrivono Sechi e Cocco – ad una interpretazione letterale potrebbe accadere che tutti coloro che sono stati nominati prima del giugno 2011 abbiano diritto a pretendere arretrati, con un aggravio di spesa di centinaia di migliaia di euro. Una vergogna contro la quale abbiamo votato contro”.

Diversa l’interpretazione fornita dall’esponente del Partito democratico Gianvalerio Sanna. “Secondo l’interpretazione autentica contenuta nell’articolo approvato oggi, l’adeguamento dei compensi spetta a chi, alla data di giugno 2011, faceva parte dei collegi dei revisori. È in quel periodo infatti che il consiglio approvò la legge che fissava i compensi alle decisioni della giunta. Oggi l’Aula ha approvato l’articolo 3 anche per evitare che qualche professionista potesse presentare una causa contro l’amministrazione regionale per il ritardo accumulato nell’adeguare i compensi, visto che fino al 29 marzo scorso (con la delibera firmata da Cappellacci, nda) tutto era fermo”.

Qual è l’interpretazione corretta? Non si sa, ma è molto probabile che alla fine occorrerà una interpretazione autentica dell’interpretazione autentica.

L’unica certezza riguarda l’incremento fino a dieci volte delle indennità dei revisori che, come detto, sono nominati dalla politica – per la precisione su decreto del presidente della Regione – in linea generale secondo uno schema ben definito: due componenti vicini alla maggioranza, uno vicino all’opposizione. E i nomi illustri non mancano.

I dubbi sui precari Cesil e Csl 

Come detto, Sel ha criticato anche le disposizioni relative ai lavoratori precari dei centri per l’impiego. “Il provvedimento è chiaramente incostituzionale e privo di copertura finanziaria – sostengono Sechi e Cocco -. Inoltre taglia fuori definitivamente da ogni prospettiva la gran parte dei lavoratori Cesil e Csl, stabilizzando nell’Agenzia regionale per il lavoro solo alcuni di loro, allo stato già assunti presso le amministrazioni provinciali e comunali. Per questo abbiamo chiesto all’assessore al Lavoro Mariano Contu di dare immediata attuazione alle leggi già approvate, già esaminate in sede di valutazione costituzionale dal governo e perfettamente in vigore”.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

 

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