La Regione ‘promuove’, i turisti bocciano

In promozione, la Regione spende 10 euro a turista. In Veneto, con risultati migliori, si spendono 60 centesimi. La peculiarità sarda del “paradosso italiano” denunciato dal Corriere della Sera.

Secondo un report del centro studi nazionale di Confartigianato, nel triennio 2009/2011 la Regione Sardegna ha investito in promozione turistica mediamente 48 milioni di euro l’anno. Una cifra di tutto rispetto. Che però, rapportata ai risultati ottenuti, regala un quadro desolante. Anche perché, per usare un eufemismo, si tratta di una stima molto prudente come spiega il segretario regionale di Confartigianato, Filippo Spanu. “A noi risulta che la spesa media annua in promozione e comunicazione istituzionale si attesti intorno ai 120 milioni, non 48”. Questo però non significa che i dati contenuti nel report nazionale siano ‘sballati’, come qualcuno in Regione vuol far ufficiosamente credere, anzi.

I milioni gestiti dal presidente Cappellacci. “Premettiamo: quei numeri sono molto attendibili, elaborati sulla base dei dati Istat e Copaff, ma prendono in considerazione solo le voci di bilancio ascrivibili all’assessorato al Turismo. Il fatto è che in Sardegna, parecchi milioni sono gestiti direttamente dalla Presidenza della Regione e di fatto non sono stati ‘contabilizzati’ nel report nazionale. Ecco, quindi, come si arriva a 120 milioni”.

Chi più spende, meno ottiene… Risolto ‘l’arcano’, il passo successivo è molto semplice: tentare di capire se si tratti di somme spese a dovere. Oppure… Il concetto lo ha ben spiegato Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, che dai dati di Confartigianato è partito per giungere ad una amara conclusione: le regioni che più spendono in promozione, meno ottengono in termini di arrivi e presenze. E la Sardegna non fa eccezione. “Un paradosso tutto italiano”, l’ha definito il giornalista di via Solferino.

Per ogni turista spendiamo 10 euro, il Veneto 60 centesimi. E ha il quintuplo di villeggianti. Per intendersi: considerando una media di 12 milioni di presenze per una spesa complessiva di 120 milioni di euro, la Regione ha speso esattamente 10 euro per ogni presenza turistica. Ma per capire che qualcosa non quadra è sufficiente fare un paragone con il Veneto, dove le presenze toccano quota 61,5 milioni ma l’assessorato regionale al turismo mette a bilancio ‘appena’ 37 milioni l’anno. Paga, in sostanza, 60 centesimi a presenza. Spiccioli, in confronto ai 10 euro della Sardegna. Che, in compenso, ha visto ridurre il numero di presenze anno dopo anno, inesorabilmente.

L’assenza di strategia e di programmazione. Certo, il Veneto ha Venezia e non ha l’handicap dell’insularità. Ma la sproporzione tra investimenti e benefici è davvero colossale e le ragioni strutturali non bastano a spiegarla. “Senza voler alimentare polemiche ferragostane – precisa Spanu – è chiaro che manca una verifica puntuale dei risultati ottenuti, o meno, dalle politiche di promozione turistica. E questo passaggio dovrebbe essere centrale. Anche per questo credo che la Regione dovrebbe essere ben lieta di questo studio e avviare una seria riflessione sul proprio operato. Peccato che la prassi delle verifiche ex post non sia, per così dire, nelle corde della nostra classe politica. Sembra proprio mancare una strategia complessiva, non c’è di sicuro un’adeguata gestione della filiera nel suo complesso”.

Sospetti che diventano certezze. Sarà anche per questo che la Confartigianato nazionale sospetta che “nelle uscite delle Regioni si annidino inefficienze, diseconomie di scala […] inappropriatezze e sprechi”. Ma basta dare un’occhiata ad eventi e manifestazioni varie generosamente sponsorizzati dalla Regione per capire che i sospetti sono tutt’altro che infondati, tra tornei di calcetto, cavalcate in riva al mare e premi cinematografici…

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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