Una legge per salvare i piccoli Comuni: “O si fa così o si rischia la loro morte”

La sopravvivenza delle zone interne, la battaglia contro il preoccupante fenomeno dello spopolamento che condanna i paesi della Sardegna a un futuro di desertificazione sono temi che l’Anci Sardegna ha spesso richiamato all’attenzione della politica regionale. Il segnale che la Giunta ha dato prevedendo nella prossima Finanziaria un contributo da 800 euro per ogni figlio nato nei paesi con popolazione inferiore ai 3000 abitanti è una luce in fondo al tunnel se non altro per aver riportato al centro del dibattito politico la crisi demografica.

L’associazione dei sindaci sardi si è inserita all’interno di questo dibattito facendo un passo in avanti decisivo. Infatti, il presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, annuncia che mercoledì verrà presentata “una proposta di legge che verrà consegnata al Consiglio regionale “per il progresso, la tutela, la valorizzazione dei paesi e delle aree rurali e azioni di salvaguardia del pastoralismo e del sistema agropastorale della Sardegna”. Questa proposta “si basa sull’assunto che tutti i comuni e tutte le comunità della Sardegna, a prescindere dal numero di abitanti, hanno il medesimo diritto all’esistenza, all’autonomia e al progresso democratico, sociale, economico e civile – aggiunge Deiana – per questo motivo si opera per abbattere, secondo il principio dell’articolo 3 della Costituzione, le disuguaglianze geografiche e territoriali esistenti oggi in Sardegna”.

I punti salienti della legge prevedono di toccare in maniera radicale la presenza di servizi fondamentali come sanità, istruzione e mobilità: “Per ciascuna di queste aree di intervento sono individuate delle azioni precise e dei Programmi operativi di rafforzamento dei servizi sanitari, delle istituzioni scolastiche e dei diritti alla mobilità a favore delle comunità dei paesi e delle aree interne”. Per quanto riguarda la scuola, si rivedono e si adattano i parametri per la composizione delle classi, per il mantenimento degli istituti scolastici e si costruiscono le basi per un’offerta formativa davvero adeguata ai tempi e che miri a ridurre drasticamente abbandono e dispersione scolastica.

Stessa cosa sulla sanità, ancora nel limbo di una riforma annunciata (abolizione della Asl unica) e di una rete ospedaliera ancora da definire, la proposta dell’Anci prevede il “rafforzamento dei presidi ospedalieri delle aree interne, con interventi infrastrutturali, gestionali, del personale e soprattuto col superamento del concetto di azienda sanitaria e con la sua sostituzione con comunità della salute. Il numero uno dell’Anci si sofferma anche sulla crescita, attraverso proposte su alcuni pilastri fondamentali come diritto alla casa , diritto alla terra, famiglie e contrasto alla denatalità, lavoro e fiscalità di vantaggio.

Nelle zone rurali è fondamentale affidare al settore agropastorale una fetta importante dell’economia delle comunità, attraverso “proposte concrete sulle filiere, sul valore sociale del lavoro in campagna e sul lato culturale delle vicenda dei pastori e del pastoralismo”. La proposta fa nascere l’Università della Pastorizia considerando ogni ovile come un’aula per insegnare e per apprendere. L’altra novità riguarda i ‘Cantieri di comunità’, considerati “uno strumento di innovazione sociale in grado di rigenerare le comunità locali dei paesi e delle aree interne attraverso una pluralità di funzioni per connettere pubblica amministrazione, comunità e territorio per produrre quanto di più complicato ci sia, il futuro”.

Una proposta dunque che tenta di invertire la rotta e che “è aperta e includente rispetto a tutti i soggetti pubblici e privati che vi volessero concorrere per integrarla e migliorarla”, sottolinea Deiana che invita partiti, sindacati, imprese, associazioni, privati cittadini e studenti alla collaborazione. Non solo, l’idea dell’Anci è rilanciare con forza un nuovo congresso del popolo sardo che abbia al centro i paesi e le comunità”.

Matteo Sau

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