La doppia preferenza, numeri e nomi: ecco presenti, assenti e non votanti

C’è un piccolo errata corrige sull’approvazione sulla doppia preferenza di genere, arrivata ieri, 21 novembre, alle 18,47. Quando il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ha letto il risultato della votazione, ha parlato di “cinquanta favorevoli e due contrari“. Ma oggi, col riconteggio dello scrutinio palese – prassi nel palazzo di via Roma -, è venuto fuori che i ‘sì’ sono stati 49, mentre restano invariato il numero dei ‘no’. L’errore materiale non cambia assolutamente nulla rispetto al voto considerato “storico” da maggioranza e opposizione che dopo la seduta hanno convocato una conferenza stampa congiunta parlando “di pagina di democrazia e civiltà scritta“. Contestualmente alla conta finale, Sardinia Post ha chiesto e ottenuto dall’Ufficio stampa di via Roma anche la lista di chi ha partecipato alla votazione, compresi i presenti che non hanno scelto di non esprimersi e quelli del tutto assenti alla seduta.

Cominciando dal Pd, il primo partito dell’assemblea regionale, non mancava nessuno dei diciotto esponenti dem e tutti i sono espressi a favore della doppia preferenza. A cominciare dal governatore Francesco Pigliaru e dallo stesso Ganau. Poi ecco il capogruppo Pietro Cocco, il vice Roberto Deriu e Alessandro Collu, Pietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Daniela Forma, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Rossella Pinna, Valter Piscedda, Gigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas e Gianmario Tendas.

In Forza Italia, seconda forza dell’Aula per numero di consiglieri, erano presenti il capogruppo Pietro Pittalis, i vice Marco Tedde e Alessandra Zedda, più Giuseppe Fasolino, Antonello Peru, Edoardo Tocco e Stefano Tunis. Assenti invece Ugo Cappellacci e Mariano Contu.

Al completo e tutti favorevoli anche nel Partito dei Sardi: capogruppo Gianfranco Congiu, vice Augusto Cherchi, più Roberto Desini, Piermario Manca e Alessandro Unali.

Nel Psd’Az-La Base, la coalizione sardista sovranista, hanno detto ‘‘ alla doppia preferenza Domenico Gallus, Giovanni Satta e Christian Solinas. Assenti il capogruppo Angelo Carta e Gaetano Ledda (agli atti risulta che quest’ultimo ha chiesto il congedo).

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Del Sardegna, il gruppo che si è costituito venerdì 17 novembre e come nelle previsioni ha chiesto lo scrutinio segreto, erano presenti il capogruppo Marcello Orrù (eletto nel 2014 come indipendente nella lista del Psd’Az) e Paolo Truzzu (Fdi). Entrambi hanno optato per il ‘no’ (gli unici due contrari nella seduta di ieri). Era presente ma non ha partecipato alla votazione Gennaro Fuoco. Del gruppo fa parte anche l’azzurro Contu che, come detto, era assente e lo aveva annunciato dopo le polemiche scoppiate intorno alla nascita del Sardegna (leggi qui).

Tutti presenti e tutti favorevoli gli Art 1-Mdp: capogruppo Daniele Cocco, Luca Pizzuto, Eugenio Lai e Paolo Zedda. Idem nella fila dei Riformatori con Attilio Dedoni (capogruppo), Michele Cossa e Luigi Crisponi.

Nella fila dei cristiano-popolari dell’Upc, alla doppia preferenza di genere ha detto ‘sì’ Pierfranco Zanchetta (presidente), mentre il consiglieri Antonio Gaia, presente alla seduta, non ha votato. Del gruppo fa parte anche il socialista del Psi Raimondo Perra che ugualmente si è espresso a favore.

Rispetto ai cinque del gruppo Misto, in quattro sostenuto la doppia preferenza: Anna Maria Busia (Cd, presidente), Emilio Usula (RossoMori), Francesco Agus (Campo progressista) e Paolo Luigi Dessì (fuoriuscito da Forza Italia). Non ha votato Fabrizio Anedda (Sinistra sarda), pur essendo presente.

Fila rotte nell’Udc. I quattro consiglieri del gruppo erano tutti presenti, ma si sono espressi a favore della doppia preferenza solo il capogruppo Gianluigi Rubiu e Giuseppino Pinna. Non hanno partecipato alla votazione, sebbene fossero in Aula, Alfonso Marras e Giorgio Oppi.

La seduta di ieri era cominciata poco dopo le 16. Subito la richiesta dello scrutinio segreto da parte del capogruppo del Sardegna, Marcellò Orrù. In Aula è calato il silenzio. Al voto c’era il passaggio agli articoli della legge: se il ‘no’ avesse vinto, la seduta si sarebbe interrotta. Invece i ‘sì’ sono stati 34 (diciassette i contrari). Lì si è capito che in Aula c’era una maggioranza che sosteneva la doppia preferenza. E anzi è andata in crescendo nel corso dei lavori, sino ad arrivare a quota quarantanove.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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