Salta la data del 27, l'Ares non paga lo stipendio

La Dg della nuova Ats è anche la commissaria della vecchia Ats

Alessandra Carta

di Alessandra Carta

Sembra un giro di parole, invece è la scelta fatta da Christian Solinas e dalla sua Giunta. Annamaria Tomasella, la Dg veneta che guida l’Ares, ovvero l’Azienda regionale per la salute che ha sostituito l’Ats, è stata anche commissario liquidatore della stessa Ats. Sardinia Post aveva raccontato dell’eventualità lo scorso 25 marzo, quando era diventata certa la mancata conferma di Enrico Gaia, il commercialista di Cagliari a cui Francesca Piras, la nuova direttrice generale dell’assessorato alla Sanità, non ha firmato il contratto per assenza di requisiti. Adesso sulla Tomasella c’è l’ufficialità.

La Dg-commissaria, veneta di nascita, è una delle nomine non sarde fatte da Solinas a fine dicembre, l’ultimo atto della riforma sanitaria che ha cancellato le Assl del centrosinistra e riportato in auge le Asl. Ma l’organizzazione verticistica non è cambiata: la maggioranza al governo della Sardegna ha fatto poco più di un cambio di nome, chiamando Ares la sepolta Ats (ma le funzioni di coordinamento del sistema sanitario restano pressoché identiche insieme al mantenimento della centrale unica di acquisto).

Solinas ha portato in Sardegna la Tomasella dietro suggerimento, con molta probabilità, dall’amico e governatore veneto, Luca Zaia,(da quelle parti arriva pure Simonetta Cinzia Bettelini, la Dg dell’Areus, l’Azienda del 118). La Tomasella si ritrova adesso col doppio incarico, visto che alla guia dell’Ares sta aggiungendo la liquidazione dell’Ats, trasformata nelle more della riforma in bad company, ovvero in società dove sono stati lasciati solo i debiti.

La delibera che affida alla Tommasella l’incarico in Ats è stata firmata dalla vicepresidente della Giunta, Alessandra Zedda, a cui ancora una volta Solinas ha scaricato la patata bollente. Perché da Palazzo filtra una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 25369 dell’11 novembre 2020, secondo la quale al direttore generale di un Ente del Servizio sanitario nazionale si applica la disciplina generale in materia di incompatibilità e cumulo di incarichi prevista dall’articolo 53 del decreto legislativo 165 del 2001 . Hanno scritto gli Ermellini: “La carica di direttore generale è incompatibile con la sussistenza di altro rapporto di lavoro, dipendente o autonomo”.

Al momento non è dato sapere se l’Ufficio legale della Regione si sia già occupato del caso. Di sicuro una nomina illegittima rischia di invalidare a catena tutti gli atti firmati. Per un altro verso, l’affidamento dell’incarico alla Tomasella da parte della Giunta non garantisce la leicità della stessa nomina, perché la verifica normativa spetta agli uffici e non all’organo politico.

Basta vedere cosa è successo con Gaia: il commercialista venne indicato all’Ats una prima volta a febbraio. Ma la delibera non fu mai resa cliccabile, in quanto nel frattempo l’Ufficio legale aveva sollevato obiezioni sulla legittimità della scelta. C’è stato poi un secondo parere che ha ribaldato la valutazione e ritenuto Gaia idoneo, ma la Dg Piras ha bloccato tutto perché il professionista di Cagliari non è iscritto nell’elenco nazionale dei Dg della sanità.

La prova che la Piras fosse nel giusto, è data dal fatto che la Tomasella in quell’albo figura eccome e proprio in virtù del requisito ha potuto essere nominata all’Ares. Ma adesso la manager veneta deve dividersi in due con l’Ats. “Per un massimo sdi sessanta giorni”, si legge nella delibera 9/31.

Alessandra Carta

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