La campagna più brutta della storia

“I più dei leader, non tutti per fortuna, assomigliano a lucertole che non smettono di agitarsi anche se la loro coda si è spezzata. Promettono feste, farina, condoni e soldi che purtroppo mancano”. Così Corrado Stajano sul Corriere della Sera.
E’ stata la campagna elettorale peggiore del dopoguerra, secondo molti autorevoli commentatori. Ancora 48 ore e sarà finita. In Sardegna oggi arrivano gli ultimi leader nazionali, Gianfranco Fini e Antonio Ingroia. Poi finalmente si farà silenzio e si andrà al voto.

Una campagna elettorale super-tecnolologica giocata però nel modo più vecchio: la promessa di regali straordinari agli elettori. Fino, e forse oltre, il limite della legalità. Piovono da tutt’Italia denunce ed esposti contro la cosiddetta lettera-truffa di Berlusconi con la promessa della restituzione dell’Imu. Ma le sanzioni, se arriveranno, saranno oltre il tempo massimo. E se la mossa di Berlusconi ha determinato uno spostamento di voti a suo favore, quei voti sono incassati e validi.

In Sardegna è stata, più che altrove, la campagna elettorale dei comici. A Beppe Grillo, qui da noi si è aggiunto Benito Urgu, candidato per il Partito sardo d’Azione, affiancato dall’ex assessore all’Agricoltura Andrea Prato. A sinistra, il gruppo dadaista dei “Marxisti per Tabacci” ha superato i ventimila fan su Facebook.

Una campagna elettorale segnata, nell’ultima fase, da episodi che, a crederci,sarebbero inquietanti. Come il “sequestro” di un leader politico – Doddore Meloni – e uno scandalo che ha spostato l’attenzione di grandi masse di elettori dalla crisi economica a quella dell’impiantistica sportiva. Ma anche la vicenda Cellino-Is Arenas, è alla fine pienamente entrata nella campagna elettorale, con un candidato – il pidiellino Mauro Pili – che ne ha fatto la sua persona tribunale propagandistica. Col colpo di teatro finale della visita al presidente detenuto di Gigi Riva.

Siccome è molto improbabile che le casse esangui delle famiglie vengano ristorate dalla restituzione dell’Imu o dal compiersi degli altri miracoli promessi in questi giorni, dalla sera di lunedì – quando i risultati saranno noti – l’Italia, e la Sardegna, torneranno bruscamente alla realtà.

Per l’Isola potrebbe trattarsi di una breve parentesi. Come ieri hanno segnalato i sindacati in un’allarmata lettera ai leader dei partiti dove fanno notare che in queste settimane si parlato poco e niente della legge Finanziaria e del Bilancio. Tutto rinviato a “dopo le elezioni”.

Ma quali elezioni? Perché – è questo il timore di Cgil, Cisl e Uil – appena chiusa la campagna elettorale nazionale peggiore del dopoguerra, potrebbe cominciarne una, regionale, non meno brutta. Le elezioni sarde dovrebbero tenersi nel febbraio del 2014, ma le possibilità che vengano anticipate – considerando lo stato di agonia della giunta Cappellacci – sono molto alte. quanto, per dare un solo dato, la disoccupazione giovanile: al 40 per cento.

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