Industria, confronto Regione-Governo: “Risposte rapide sui problemi dell’Isola”

Il terzo appuntamento dell’agenda industria della Regione ha rappresentato un passo avanti nei rapporti con il Governo. A facilitare il clima di distensione è stata la presenza della sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, esponente del Movimento 5 stelle, invitata dall’assessora regionale all’Industria, Anita Pili: “È stata un’importante occasione – ha spiegato l’esponente della Giunta – per illustrare al sottosegretaria le questioni ancora aperte al Mise e sulle quali da tempo aspettiamo risposte certe e concrete”. Durante l’incontro, al quale hanno partecipato anche i sindacati e i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali, sono state elencate le “diverse priorità della ‘questione Sardegna’, secondo l’assessora Pili “tutte decisive per far ripartire il settore industriale isolano, indispensabile strumento per combattere disoccupazione e spopolamento nell’Isola.

In particolare, un tema come quello dell’energia necessita di risposte concrete e rapide. Abbiamo anche sollecitato la convocazione del tavolo politico sull’uscita dal carbone ed una maggiore attenzione sul piano degli investimenti Eni in Sardegna”.

Così come il premier anche la sottosegretaria, pur riconoscendo l’esistenza di un problema energetico in Sardegna, non manifesta particolare convinzione sull’efficacia della soluzione individuata nella dorsale del metano: “Il premier ha parlato di elettrodotto e oggi abbiamo discusso di metano, ma io ho chiesto di poter valutare il tema senza pregiudizi, senza soluzioni preconfezionate, credo che si debbano prendere in considerazione tutte le soluzioni, e capire quale sia quella migliore per l’Isola dal punto di vista della sostenibilità e dell’utilità”. La sottosegretaria ricorda che “un sistema energetico è fatto di tutti i pezzi: le navi che portano il gas, i rigassificatori, i depositi che dovranno contenere questo gas, i tubi che lo devono far passare. La dorsale – ribadisce – è solo un pezzo di questo sistema che però è importante vedere nel suo complesso”.  Per quanto riguarda, invece, l’uscita dal carbone entro il 2025 e la richiesta di uno slittamento, l’esponente pentastellata ammette che il tema “vada affrontato”.

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Poco soddisfatti, soprattutto sul tema dello stop al carbone, i rappresentanti di Cgil, Cisl e UIl, che hanno manifestato davanti alla Prefettura di Cagliari. A preoccupare sono soprattutto le recenti dichiarazioni del premier, Giuseppe Conte, che a Cagliari ha ribadito che non ci sono margini per uno slittamento di cinque anni (2030) come vorrebbero la Regione e le grande industrie sarde energivore, Sider Alloys (ex Alcoa) ed Eurallumina in testa.

Una delegazione guidata dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Michele Carrus, Gavino Carta e Francesca Ticca è stata ricevuta dal prefetto di Cagliari, Bruno Corda, per spiegare le ragioni della manifestazione unitaria organizzata stamattina dalle tre sigle. Al prefetto i sindacati hanno chiesto di portare all’attenzione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, le istanze dei sardi sul tema energetico e sul piano di metanizzazione della Sardegna, unica regione d’Italia a non disporre della fonte riconosciuta dalla strategia europea, nazionale e regionale come strategica e indispensabile ad affrontare la fase di transizione e traguardare l’obiettivo della decarbonizzazione nei tempi più stretti.

 

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