Il segretario regionale Silvio Lai archivia il “caso Piras“ con un breve post sulla sua pagina Facebook. Da domani nel centrosinistra sardo il tema all’ordine del giorno sarà nuovamente quello delle primarie. La candidata in pole position, Francesca Barracciu, l’ha annunciato sul suo profilo con una sequenza di foto che la ritraggono negli ultimi giorni di vacanza. Prima in un sentiero di campagna nei pressi delle grotte di Cala Gonone e ieri davanti a una birra. Il messaggio è: “Oggi quarto e ultimo giorno di mare: zero sole! Pazienza, nella Patria dei Quattro Mori si può trovare adeguata consolazione in una bionda Sardegna ghiacciata. Alla vostra salute”.
Nessun commento da parte della Barracciu sulla vicenda che ha dato al giovane dirigente ogliastrino 24 ore di amara celebrità nazionale. Il commento di Silvio Lai è secco: “Come segretario del Pd della Sardegna prendo atto delle dimissioni di Gianluigi Piras. Ha compreso bene il danno fatto a sè e al Pd. So che frasi come quelle non gli appartengono ma non è giustificabile neanche per paradosso invocare la violenza verso un altro e ancora di più lo stupro. Per nessuna ragione, neanche la più giusta”.
I tempi per la scelta del candidato governatore sono stretti. Gli aspiranti hanno due settimane per raccogliere le 5000 firme necessarie. Il 2 settembre, infatti, scade il termine. e, a quanto pare, l’impresa è meno semplice di quanto si pensasse. Sarà perché per molti le ferie sono in corso, sarà per la generale disaffezione alla politica, ma tutti i candidati sono un po’ in affanno. La stessa Barracciu – che pure conta su una ventina di comitati elettorali e non dovrebbe avere alcun problema – in una dichiarazione all‘Unione sarda ha riconosciuto la difficoltà dell’impresa.
Una difficoltà aggravata dal fatto che le firme vanno raccolte con un certo criterio. devono, cioè, essere distribuite in tutto l territorio dell’Isola. A Cagliari e a Sassari se ne possono raccogliere al massimo 1600, nelle province minori il tetto è fissato in 200 firme. Insomma, non basta essere ‘forti’ in un territorio, ma bisogna avere una certa presenza ovunque. In definitiva è possibile che si verifichi il caso clamoroso di candidati che, alla fine, non riusciranno a raccogliere il numero minimo di firme. “Il risultato non è scontato”, hanno dichiarato al quotidiano di Cagliari gli altri due candidati democratici Gianfranco Ganau e Roberto Deriu.
In tutti gli aspiranti sono sei. A Barracciu, Ganau e deriu vanno aggiunti Andrea Murgia (sostenuto dai civatiani e quindi danneggiato dalla vicenda di Gianluigi Piras), il socialista Simone Atzeni e l’indipendente Maurizio Piras. Per loro la raccolta delle firme è un’impresa davvero complessa. E non è affatto certo che, alla fine, il numero dei candidati sarà identico a quello degli aspiranti. Una ‘scrematura’ che non dispiace ai big.
N.B.