Il “rinnovamento” non mette in discussione gli assessori sotto processo

Filtrano le prime notizie sulla “nuova” giunta regionale sarda dopo l’annuncio del governatore Ugo Cappellacci di procedere a un “azzeramento” per poi dare uno “scatto” nell’ultimo anno di legislatura. Le cronache politiche dei quotidiani sardi oggi in edicola contengono alcune indiscrezioni che descrivono una situazione un po’ diversa. Secondo La Nuova Sardegna il capogruppo del Pdl Pietro Pittalis avrebbe già rifiutato l’offerta di sostituire Giorgio La Spisa (candidato non eletto nella lista Scelta Civica di Mario Monti) all’assessorato al Bilancio. Questo per la obiettiva difficoltà di realizzare in un anno quello che non è stato fatto negli anni precedenti.

Secondo L’Unione sarda, il governatore punterebbe a dei tecnici “non troppo legati ai partiti”. L’unico nome che circola è (per ‘assessorato al lavoro) quello di Franco Manca, appunto direttore del “Centro studi” dell’Unione Sarda. Altri nomi (non tecnici) quelli di Settimo Nizzi, il coordinatore regionale del Pdl non rieletto al Parlamento e di Giorgio Oppi (per la Sanità).

I “rinnovamento” annunciato da Cappellacci ha alla base la necessità di sostituire La Spisa (che si è già dimesso) e l’assessore al Lavoro Antonello Liori (candidato alla Camera, non eletto, per Fratelli d’Italia). Ma nella lista degli assessori da rimpiazzare ci sarebbe anche Mario Floris, assessore agli Affari generali, al personale e alla Riforma della Regione, di recente rinviato a giudizio per peculato nell’ambito dell’inchiesta sui fondi dei gruppi consiliari. Ma questo fatto non è all’origine della possibile sostituzione. Infatti con Floris è stato rinviato a giudizio, per lo stesso reato e nella stessa inchiesta, anche l’Assessore all’Agricoltura Oscar Cherchi la cui posizione in giunta, però, non è in discussione.

Oggi intanto il consiglio regionale riprende la discussione sulla riforma della legge elettorale. A quanto pare – secondo indiscrezioni de La Nuova Sardegna – il risultato elettorale avrebbe portato sul tavolo della complicata trattativa tra i partiti un nuovo tema: trovare il modo di arginare lo tsunami del Movimento 5 Stelle. E formulare una legge che scongiuri la possibilità (oggi molto concreta) della conquista della Regione da parte dei seguaci di Beppe Grillo.

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