I sardisti dichiarano definitivamente chiusa l’esperienza di governo col centrodestra di Ugo Cappellacci (e anche col centro di Giorgio Oppi) e “guardano a sinistra”. Guardano ma, ancora, non decidono. Lo faranno a settembre. Ma, nel frattempo, la segreteria nazionale del Psd’Az “sonderà” e “indagherà” per verificare se esistono spazi per un’alleanza col centrosinistra. O se, invece, i sardisti (ma i rischi sarebbero molto alti considerati gli sbarramenti della nuova legge elettorale) andranno da soli.
E’ quanto è emerso ieri a Tramatza nel corso di un affollato Consiglio generale dei Quattro Mori (75 presenti su 80 aventi diritto). E’ stato il segretario Giorgio Colli a dichiarare definitivamente chiusa l’esperienza con Cappellacci e ad affermare la disponibilità a un dialogo con quanti saranno disponibili a un “confronto leale”. Chi sono? Il presidente Giacomo Sanna ha fatto esplicito riferimento a Sel e, all’interno del Pd, a personalità quali Francesca Barracciu (che appena ieri aveva confermato la sua posizione favorevole al dialogo con i sardisti). Non Renato Soru al quale Sanna ha attribuito un ruolo determinante nella decisione dei sardisti di sostenere il centrodestra nella precedente competizione elettorale (“voleva fare e decidere tutto da solo”).
Quanto al “caso Paolo Maninchedda“, il consigliere regionale che ha annunciato la fondazione di un Partito dei sardi ed è stato espulso, il vertice dei Quattro Mori non ha voluto enfatizzarlo. Si è limitato a una puntualizzazione “tecnica”: non si può stare in due partiti contemporaneamente. Il fatto è che anche Maninchedda bussa alle porte del centrosinistra e un chiarimento sarà indispensabile se il Psd’Az entrerà nella coalizione. Ipotesi, come si è detto, vista con favore da Sel, dalla Barracciu (e anche da Gianfranco Ganau), ma fortemente osteggiata dai Rossomori di Gesuino Muledda, alleati in questo con Renato Soru.