Il presidente Pais tra Deledda e pastori. Il saluto in catalano: “Bon treball a tots”

Il presidente leghista del Consiglio regionale, Michele Pais,  ha aperto la terza seduta del Consiglio regionale con un lungo discorso in cui ha toccato diversi punti nevralgici delle condizioni di tutta la Sardegna, con particolare attenzione alla sua Alghero. Il numero uno dell’assemblea è partito con una citazione sui sardi di Grazia Deledda per arrivare a spiegare meglio il motto leghista-isolano ‘Prima i sardi‘. “Per ricordare a tutti noi che siamo anche il prodotto di tante culture e di mescolanze che hanno arricchito e dato un colore multiforme alla nostra esistenza – ha detto – siamo stati e continuiamo a rappresentare un approdo ospitale per i tanti che qui hanno cercato e realizzato, nel rispetto delle leggi e della civile convivenza, un futuro migliore e una vita più giusta”.

Il presidente ha precisato che l’obiettivo è quello di “rimettere al centro della nostra azione politica e di governo chi questa terra la abita, la vive, e chi combatte ogni giorno per restare qui dove è nato e non essere più costretto a trovare altrove le ragioni, e la sostanza, di una esistenza degna e di una vita fatta di soddisfazioni semplici”.

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Inevitabili i passaggi sulle zone industriali devastate dalla crisi prima di soffermarsi sulla rivolta dei pastori per il prezzo del latte. “Si dice ‘pastores semus totus‘ per affermare che lì sono le nostre radici, ma anche per voler significare che se non si paga il latte al pastore, non è solo il pastore a star male ma è destinato a star male anche il fornaio o il farmacista, il commerciante e il professionista, e più in generale l’intero tessuto economico dei nostri piccoli centri – ha detto in Aula – ed è proprio per ricordare la battaglia dei pastori che oggi in Aula nello scranno del presidente, la campanellina d’argento è sostituita dal campanaccio tipico che si appende al collo degli ovini”. Pais, che sulla giacca ha sostituito Alberto da Giussano con la spilla dei Quattro mori, ha aggiunto: “Il tintinnare di questa campana vuole significare l’urgenza di dare la sveglia a chi deve rimettere in moto il comparto primario dell’economia isolana e a rilanciare l’agricoltura come settore fondante le politiche di crescita nella nostra Regione”.

Tanti i riferimenti alla sua città catalana, compresi quelli su una “politica linguistica che restituisca al sardo, all’algherese, al tabarchino, al sassarese e al gallurese la libertà e la dignità di lingua, colmando così il divario causato da secoli di esclusione dal processo culturale europeo”. Il presidente ha ribadito:  “Sostengo questa battaglia di civiltà e progresso proprio in qualità di rappresentante della comunità di Alghero, che si è contraddistinta, da sempre, per iniziative e azioni a tutela della lingua catalana e delle sue tradizioni”.

Il neo presidente del Cosniglio regionale sardo ha fatto riferimento anche ai cugini portando al “popolo catalano” il sostegno dei sardi “nella pacifica e democratica battaglia condotta per il riconoscimento del diritto all’autogoverno” e sottolineando gli stretti rapporti con “l’Assemblea di Corsica, con la quale condividiamo comuni battaglie nel segno di quell’Europa dei popoli e delle Regioni che resta ancora oggi un’occasione mancata”.

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Per raggiungere gli obiettivi principali di questa legislatura, il presidente Pais ha chiesto “uno sforzo di straordinaria compattezza, pur nel rispetto dei rispettivi ruoli di maggioranza e opposizione” perché si arrivi a “un nuovo statuto, una nuova legge statutaria e una nuova legge elettorale“. A margine della seduta in cui era stato eletto presidente, si era lamentato per la scarsa considerazione data dalla precedente amministrazione al Nord dell’isola e oggi in Aula ha spiegato le sue intenzioni: “Auspico un ridisegno degli enti locali, una ripresa di ruolo e funzione per gli enti intermedi e un riequilibrio degli assetti tra il Sud e il Nord dell’Isola con l’istituzione della Città metropolitana di Sassari“.

Parlando dei problemi nei trasporti si è soffermato sull’aeroporto di Alghero poi ha voluto ricordare Alberto Melone, il diciottenne algherese ucciso da un coetaneo, parlando dell’importanza dei giovani, ha detto che “a noi serve una grande legge regionale per fare una grande scuola sarda”. Nel suo discorso di insediamento Pais ha ricordato anche Paolo Palumbo e la lotta del giovane chef oristanese malato di Sla per il diritto alle cure, ricordando quanti problemi ci siano nell’Isola col sistema sanitario e l’accesso alle cure mediche.

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Michele Pais ha parlato dell’importanza delle donne in politica, delle forze dell’ordine e del suo ruolo nello scranno più alto dell’Assemblea di via Roma: “Mi propongo essere il presidente del parlamento sardo tra la gente e in mezzo ai sardi piuttosto che nel palazzo del Consiglio regionale”. Il leghista algherese ha poi chiuso il suo intervento ringraziando commosso i genitori prima di citare un passo biblico (“Sta’ lontano dal male e fa’ il bene e avrai sempre una casa”) prima del saluto italiano-catalano: “Viva la Sardegna. Bon treball a tots“.

Marcello Zasso

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