Il messaggio WhatsApp di Solinas: “Entro le 10 nomino gli assessori”

Dieci righe di messaggio, su WhatsApp. Che cominciano con “Buonasera a tutti” e si concludono con “Raccomando vivamente la puntualità. Grazie”. Dieci righe inviate ieri, intorno alle 21, dal presidente della Regione, Christian Solinas, dopo la fine degli incontri bilaterali a Villa Devoto (con chi è andato), culmine di una giornata che sembrava cominciata bene, invece è finita sotto il segno delle fibrillazioni. Dieci righe con le quali il governatore ha convocato gli alleati per le 9 nove di questa mattina. Una chiamata a raccolta seguita da una sottolineatura: “Entro le 10 devo formalizzare i decreti di nomina degli assessori”.

È da ieri che i partiti del centrodestra hanno puntato il mirino contro il metodo del presidente. Il quale però non sembra affatto preoccupato davanti all’assalto degli alleati: Solinas non ha alcuna intenzione di cedere a ricatti sulla scelta degli assessori e sta dimostrando di voler esercitare tutto il potere che la legge gli assegna. Del resto, non lo ha mai nascosto: il governatore punta a un Esecutivo di “alto profilo“, ha detto in più di un’occasione. E per raggiungere l’obiettivo non può sottostare ai diktat dei partiti che vorrebbero piazzare nell’Esecutivo pure qualche ‘trombato’ delle urne. O disoccupati della politica.

La modalità non è nuova. Ma Solinas ha lasciato intendere di voler spezzare queste vecchie logiche. I partiti lo hanno capito nel primo pomeriggio di ieri, a meno di ventiquattro della prima seduta del Consiglio regionale, programmata per oggi alle 10,30. La coalizione, infatti, si aspettava che il presidente diffondesse i nomi degli assessori prescelti, invece Solinas è rimasto in silenzio. A quel punto i consiglieri eletti e i dirigenti di partito hanno cominciato a chiamarsi a vicenda, decidendo di far uscire allo scoperto il malumore.

Il presidente ha avuto gioco facile: ha convocato gli alleati a Villa Devoto, in modo da stanare i più rissosi. Ed effettivamente si sono materializzati. La Lega ha fatto sapere a Solinas di non potersi presentare all’incontro per l’indisponibilità dei propri dirigenti; i Riformatori hanno comunicato di essere impegni in un vertice interno all’hotel Regina Margherita.

Praticamente un gioco di ruolo. Che si è arenato per via del mancato accordo sulla presidenza del Consiglio. La casella interessa moltissimo ad Antonello Peru, azzurro di Forza Italia, perché è stato il più votato lo scorso 24 febbraio con quasi seimila preferenze. Ma la sua situazione giudiziaria non lo aiuta: è a processo per abusi edilizi e indagato per associazione a delinquere. Solinas – ormai è chiaro – non ha alcuna intenzione di far occupare la poltrona a Peru. Anche perché un presidente eletto, tra le prime incombenze da sbrigare, deve ricevere i vertici militari e quelli giudiziari. Non sarebbe esattamente un clima rilassato quello che si respirerebbe a Palazzo.

Ieri Solinas ha chiesto ai Riformatori di indicare il presidente. Nelle fila dei liberal democratici c’è l’uomo giusto, per l’idea di istituzioni che ha Solinas: è il consigliere uscente e rieletto Michele Cossa, il più votato dei Riformatori, un uomo della mediazione, stimato tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra. Con Cossa presidente, però, i Riformatori dovrebbe accontentarsi di un solo posto in Giunta (anziché due), visto che la prima poltrona dell’Aula è paragonata a un assessorato. Ma nel partito c’è più di un liberal democratico che aspira a diventare assessore.

Sulla carta la presidenza del Consiglio interessa pure alla Lega che volentieri metterebbe la bandierina. Ma il Carroccio vorrebbe farlo in ‘modalità extra’, cioè aggiungendo la casella ai tre assessorati che spettano al partiti in Giunta. La proposta è però considerata irricevibile sia da Solinas che dal resto della coalizione. La Lega si ritroverebbe ad avere un potere sovradimensionato rispetto all’undici per cento raccolto alle urne.

Non manca molto per sapere come andrà a finire. Di certo dalle dieci righe spedite su WhatsApp si ricava tutta la determinazione di Solinas a non cedere terreno sulla scelta degli assessori. Il presidente della Regione ha scritto: “Considerato che il tempo non consente ulteriori dilazioni (tra le convocazione alle 9 e i decreti di nomina da firmare alle 10), sarà ammesso alla sala un solo delegato per lista con potere decisionale”.

La mossa di Solinas non è un porgere l’altra guancia agli alleati: se per caso i partiti sono divisi e ci sono più posizioni interne, conterà solo una voce. Quell’unica chiamata a trattare al terzo piano del Consiglio regionale, dove è convocato il vertice di coalizione. Così per il governatore diventa tutto più facile. E una prima previsione si può già fare: il round lo dovrebbe vincere Solinas. Oggi in Aula esordirà anche la nuova Giunta, come il presidente ha promesso il 26 marzo. Nel messaggio su WhatsApp è scritto ancora: “Ci riuniamo come responsabili delle forze politiche di maggioranza per chiudere definitivamente la composizione della Giunta”. Una prova in più sul fatto che Solinas abbia le idee molto chiare.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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