Proposta Cotti, il “grillino” parlante vuole un «governo fatto dalla società civile»

Il senatore sardo del Movimento 5 Stelle apre al dialogo col Pd per un “governo della società civile”. E tra i “grillini” si riapre il dibattito su che fare dei voti ottenuti alle Politiche

«A casa il governo degli impresentabili, quello Pd-Pdl guidato da Enrico Letta, dentro un nuovo esecutivo fatto da esponenti della società civile». Le parole sono dure, molto antigovernative e “grilline”, ma la proposta di Roberto Cotti, senatore sardo del Movimento 5 Stelle, è di quelle destinate ad animare il dibattito proprio tra i seguaci di Beppe Grillo. Va infatti nella direzione di avviare un dialogo col Pd fino ad arrivare, se non proprio a un governo assieme, a una collaborazione.

Cotti ha lanciato la sua proposta in una mail di venti righe che ha inviato ai suoi. «Doveva rimanere segreta – dice al telefono a Sardiniapost – almeno fino a quando non si fosse aperto il dibattito interno al Movimento Cinque Stelle». Così, però, non è successo: Il Fatto Quotidiano ha intercettato il Cotti-pensiero sugli assetti nazionali, e adesso «la terza via della politica», come la chiama lo stesso parlamentare, sta facendo il giro d’Italia.

LA MAIL. L’incipit di Cotti è un appello a Pd e Scelta Civica: «Mettano termine a questo Governo col Pdl ostaggio di Berlusconi e si rendano disponibili ad avvallare la nascita di un nuovo esecutivo, in rottura col passato». Il senatore sardo non rivendica «passi indietro al Pd a vantaggio di M5S, non saremmo credibili. Più semplicemente chiedo di affidare la guida del Paese a esponenti della società civile. Sia il premier che i ministri non devono essere espressione dei partiti, ma della gente».
LA DISTANZA. Già da un pezzo, Cotti (che di recente ha fatto parlare di sè per la “giacca pacifista” che ha indossato al Senato guadagnandosi un rimbrotto da parte del presidente Pietro Grasso) figura nella lista dei dissidenti: lui non è un fedelissimo di Beppe Grillo (ha contestato, per esempio, il metodo delle espulsioni interne). Ma su questa proposta il senatore di Cagliari sottolinea: «Non sto andando contro nessuno, io come Grillo dico che noi non governeremo mai col Pd. Del resto, spetta al capo dello Stato fare le consultazioni, quindi capire se esista una maggioranza in grado di sostenere un nuovo esecutivo».

LA PRIORITÀ. Cotti insiste sul concetto di «terza via», e precisa: «Secondo me il Pd non accetterà, non cederà il potere che ha conquistato con le larghe intese». Di certo, pure il modello Cotti si fonda su una grande coalizione, «ma ciò avverrebbe in autonomia e sulla base di un programma da condividere, un’azione di governo incentrata sui problemi della gente e non piegato all’interesse dei partiti». Il parlamentare mette davanti a tutto l’approvazione di una nuova legge elettorale, «capace di garantire stabilità, attraverso un identico premio di maggioranza sia alla Camera che al Senato, non possiamo pensare, eventualmente, di tornare alle urne con il Porcellum». In calce alla lettera ecco la firma di «Roberto Cotti Cittadino».

Alessandra Carta

 

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