Il governatore deve ‘piegare’ gli alleati: la strategia Solinas sulla nuova Giunta

Adesso è tutto chiaro. Adesso, nell’ultimo miglio sulla formazione della Giunta, la strategia di Christian Solinas risulta ben visibile. Dopo aver accontentato la Lega – il primo alleato, il partito che l’ha scelto e voluto come governatore alle Regionali di febbraio -, Solinas sta mettendo con le spalle al muro il resto della coalizione. Un piano a cui manca il sigillo definitivo, ma il grosso del lavoro sembra fatto.

Intanto: per alleati bisogna intendere i partiti che nel nuovo Esecutivo hanno solo mezzo piede dentro (o mezzo piede ancora fuori, a seconda dei punti di vista). Nell’elenco figurano i RiformatoriSardegna 20venti più i ‘piccolini’ di Sardegna civica e Fortza Paris. Anche perché le altre forze della coalizione sono già state sistemate. Con diversi gradi di soddisfazione, ma comunque sulla Giunta non possono chiedere altro.

Cominciando dai Riformatori, la situazione è questa: nel vertice di sabato a Villa Devoto, Solinas ha promesso loro due caselle nel nuovo Esecutivo, anziché una. “È stato ripristinato l’equilibrio“, aveva gioito il coordinatore regionale Pietrino Fois. Quell’accordo, però, non vale più. Il problema è che i liberal democratici hanno saputo dell’intesa saltata solo dopo che in Consiglio regionale hanno garantito i propri quattro voti per l’elezione del leghista Michele Pais. Quindi solo dopo che Solinas ha messo al sicuro il Carroccio, il quale alla fine della fiera otterrà tre assessorati oltre la prima casella dell’Aula.

Viene da sé che i Riformatori non siano mammolette. Sino all’ultimo minuto utile proveranno a rivendicare il secondo assessorato, ma c’è una sproporzione evidente: la Lega piazzerà quattro bandierine con otto consiglieri, mentre i Riformatori ne avranno una sola malgrado i quattro seggi conquistati. Di sicuro lo squilibrio verrà compensato con una supplemento di attenzione quando saranno assegnati i posti di sottogoverno, negli enti regionali e nella sanità. Tuttavia i liberal democratici potrebbero non sentirsi trattati con i guanti e infatti oggi hanno incontrato il governatore per ben due volte.

Veniamo a Sardegna 20venti, la civica che è l’esatto contrario dell’unità. Stefano Tunis, il fondatore, è già un separato in casa con gli altri due eletti, Pietro Moro e Domenico Gallus. A Sardegna 20venti il governatore darà una casella nell’Esecutivo, ma col vincolo che venga indicata una donna. Questo per un verso avvantaggia Tunis, che continua a proporre l’ex sardista Federica Angius, ma Moro e Gallus non stanno a guardare. E anche loro sono alla ricerca di una possibile assessora.

Quanto ai ‘piccolini’, fino a ieri erano esclusi dall’Esecutivo. Dev’essere successo che, senza fare troppo rumore, i rispettivi leader regionali, Franco Cuccureddu e Gianfranco Scalas, hanno protestato. Risultato: oggi Solinas ha rimesso in corsa i due partiti. Pure loro, però, saranno obbligati a fare il nome di una donna. E non potranno lagnarsi, per una ragione: se il problema che hanno sollevato riguarda la necessità di essere rappresentati nell’Esecutivo per aver dato un “importante contributo elettorale”, diventa un controsenso aprire la questione di genere. Peraltro al contrario, rivendicando il posto per un uomo.

Nel dettaglio delle deleghe, i Riformatori – se accetteranno un solo assessorato – avranno i Lavori pubblici, come richiesto; Sardegna 20venti dovrebbe prendere l’Industria; i ‘piccolini’, nel caso in cui troveranno spazio nell’Esecutivo, sembrano destinati ai Trasporti. Da assegnare ci sono pure gli Affari generali che, con molta probabilità diventeranno il terzo assessorato in quota Lega, dopo la Sanità già data al dentista Mario Nieddu e l’Agricoltura che dovrebbe finire in mano all’allevatrice Daria Inzaina.

Forza Italia è stata il primo partito a chiudere gli accordi indicando Alessandra Zedda al Lavoro e Giuseppe Fasolino alla Programmazione. Niente aspettative deluse nemmeno per l’Udc che, attraverso Andrea Biancareddu, riuscirà a mettere il cappello sulla Pubblica istruzione e sui Beni culturali (leggi anche ‘potere di veto’ su Urbanistica e Turismo).

Infine il Psd’Az, il partito del presidente. Gianni Chessa è stato il primo ad essere nominato, da subito, nella ‘Giunta mini‘ che ha esordito giovedì scorso. Il secondo sardista che entrerà nell’Esecutivo sarà Quirico Sanna, destinato all’Urbanistica. Proprio oggi Solinas ha annunciato “la revisione del Ppr” attraverso “un testo normativo che consegnerò alle commissioni di competenza non appena si insedieranno”.

Sui Quattro Mori serve un’annotazione: l’accordo nel centrodestra era che l’indicazione di una donna spettasse ai partiti con più di un assessorato in Giunta. Così ha fatto la Lega e Forza Italia, ma non il Psd’Az. E anche questo dato politico sarà un tema di discussione nelle trattative sulle deleghe. Solinas e gli alleati hanno cinque giorni di tempo per completare la nuova squadra di governo: la prossima seduta è fissata per martedì 16.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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