“Il governatore dei sardi? Lo sceglie Berlusconi”

A chi spetta la scelta del futuro governatore della Sardegna? A Silvio Berlusconi, naturalmente. Il coordinatore regionale del Popolo delle libertà Settimo Nizzi non ha alcun dubbio. E i sardi? A loro spetterà eventualmente la scelta dei candidati al consiglio regionale ma, quanto al governatore, avranno solo il compito di ratificare la designazione fatta dal capo supremo del partito.

La totale subordinazione del centrodestra sardo al Cavaliere di Arcore è stata confermata ieri da Nizzi a Olbia. Col tono di chi riferisce una regola matematica o una legge della fisica. Un affondo contro il suo storico nemico Ugo Cappellacci, ma anche un’affermazione molto impegnativa e imbarazzante quando si è alla vigilia di un campagna elettorale nella quale le tematiche dell’autonomismo, dell’indipendentismo e del sovranismo saranno centrali.

Su questo fronte una sola ovvia rassicurazione: che i candidati del Pdl saranno persone “esperte e capaci”, scelte tra personalità che già hanno avuto esperienze di amministrazione nei territori, e cioè sindaci, consiglieri comunali e proviciali. Per il resto l’ammissone esplicita di uno stato di subordinazione alle decisione che saranno assunte tra Roma e Arcore: “Come coordinatore regionale non spetta a me la scelta del governatore: si tratta di un appannaggio del presidente Berlusconi”.

Il vero obiettivo di Nizzi è Ugo Cappellacci, suo ormai storico nemico interno. Applicando nei suoi confronti la legge del contrappasso, il coordinatore utilizza contro il governatore in carica lo stesso strumento a cui Cappellacci deve tutto. Come è noto fu infatti Berlusconi a “inventare” nel 2009 la candidatura del figlio del suo commercialista e a condurne la campagna elettorale. Un’operazione che è entrata negli annali come la dimostrazione più alta del genio politico del Cavaliere.

Ugo Cappellacci
Ugo Cappellacci

Dal 2009 Ugo Cappellacci ha avuto un’evoluzione sorprendente. Sintetizzata dalla fotografia che lo ritrae con la berritta sarda sulla testa. Un crescendo di dichiarazioni “anti-romane” che raggiunse il culmine con la caduta del governo Berlusconi e l’insediamento di Mario Monti a Palazzo Chigi. “Siamo ridotti a tal punto – scrisse in proposito Marcello Fois – che il Governatore Ugo Cappellacci, con un doppio carpiato misto con salto mortale è passato dal compito di esecutore testamentario di Silvio Berlusconi in Sardegna a capopopolo contro quel dittatore di Mario Monti”.

Adesso il coordinatore regionale del Pdl ha rimesso le cose a posto: il centrodestra sardo non ha alcuna autonomia decisionale. Se Cappellacci vuole veramente aspirare a una riconferma, deve levarsi la berritta e consegnarla al Cavaliere. Proprio come nel 2009 fecero i sardisti con la bandiera dei Quattro Mori.

N.B.

 

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