Il ‘Dl Pasqua’, Sardegna aperta a tutti: Solinas e la Lega d’accordo con Draghi

Christian Solinas sostiene la linea di Mario Draghi. Adesso che la Lega è al governo insieme all’ex presidente della Bce, il capo della Giunta sarda non si indigna, non grida al “rischio untori”, come faceva quando il premier era Giuseppe Conte. È l’obbligo delle alleanze. Al momento (sono le 18) non è dato sapere se il governatore dell’Isola diffonderà un qualche comunicato. Per ora al posto di Solinas stanno parlando i sindaci alleati che, ovviamente, difendono pure loro la decisione di Roma. Contrari, invece, i Fratelli d’Italia che a Roma sono all’opposizione e quindi bocciano la scelta di Draghi di lasciare ‘liberi’ tutti quelli che trascorreranno la Pasqua in Sardegna, anche se in arrivo dalle zone rosse. Il nuovo Dl funziona così: chi trascorre la Pasqua nella seconda casa di una regione in fascia rossa, ha l’obbligo di restare chiuso in casa; coloro che invece passano le feste nella nostra Isola, devono attenersi alle sole restrizioni della zona bianca. Da qui si capisce il controsenso, oltre che il rischio di nuovi contagi. Lo stesso ‘padre’ dello screening di massa, il virologo Andrea Crisanti, nei giorni scorsi ha spiegato che i test rapidi, come quelli che si fanno agli arrivi nei porti e negli aeroporti dell’Isola, non rilevano ‘alcune varianti del Covid’. Ecco perché il ‘Dl Draghi’ espone la Sardegna a un possibile aumento dei contagi.

Gli Fdi sardi, attraverso il deputato Salvatore Deidda, riassumono proprio il paradosso del decreto legge. “Se sei in zona rossa – scrive il parlamentare di Cagliari – non puoi farti un giro sotto casa. Ma se hai la seconda abitazione in Sardegna, puoi prendere un treno, auto, aereo e nave per raggiungerla”. Deidda ricorda che l’estate scorsa, quando Solinas aveva riaperto le discoteche e il Covid aveva ripreso a diffondersi, un assessore del Lazio aveva parlato di “sardi untori”. Adesso c’è il rischio che succeda di nuovo. “La Sardegna – continua il deputato Fdi – sta facendo di tutto per restare zona bianca, a spese dei contribuenti sardi, visto che la sanità la gestiamo in piena autonomia. Il Governo Draghi da una parte vieta di andare al parco sotto casa, ma dall’altra permette di attraversare il mare: troppe contraddizioni”.

I sindaci alleati di Solinas, invece, confidano nei controlli agli arrivi, omettendo però di dire quanto i test rapidi siano ‘deboli’. Il Nord-est della Sardegna è la zona più a rischio. nella sola Arzachena, Comune in cui ricade la Costa Smeralda, ci sono oltre duemila seconde case, sparse tra gli eremi vacanzieri di Cannigione, Baja Sardinia, Porto Cervo e Liscia di Vacca. Porto Rotondo, invece, ricade nel territorio di Olbia. “A chi ama la Sardegna e l’ha scelta come seconda casa – dice Roberto Ragnedda, primo cittadino ad Arzachena, quota Riformatori – chiedo un forte senso di responsabilità. Siamo terra di accoglienza e di turismo. Sarebbe ingiusto condannare chi decide di spostarsi in questi giorni dalle zone rosse per occupare le seconde case nelle località turistiche – è la difesa a Draghi e quindi alla Lega -. In questo momento delicato, però, la rete dei controlli agli ingressi dai maggiori scali dell’Isola deve essere infallibile, perché il rischio è altissimo. Dobbiamo difendere con tutte le nostre forze la zona bianca”. Ragnedda invita quindi i turisti a fare la loro parte perché “i Comuni hanno risorse umane scarse per fare controllare a tappeto, ma bastano pochi errori per far salire i contagi. Per questo chiedo a residenti e ospiti di utilizzare i dispositivi di sicurezza, di rispettare il distanziamento nei locali pubblici e all’aperto e di evitare gli assembramenti”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Mario Conoci, sindaco ad Alghero, quota Lega, altro centro sardo delle vacanze, altro alleato di Solinas. “Controllare dal punto di vista sanitario chi entra in Sardegna è a questo punto sempre più necessario – scrive Conoci -. Mi sembra difficile che un sindaco possa impedire la libertà individuale di movimento dei cittadini modificando le regole previste dal Governo”, continua la fascia tricolore che in altri tempi, con Conte premier, contestava ugualmente le decisioni di Roma. “È giusto e necessario difendere la Sardegna con regole condivise fra l’Esecutivo nazionale e la Regione, noi facciamo e faremo la nostra parte”. Insomma, come sempre i partiti sostengono o fanno le barricate contro l’una o l’altra decisione a seconda della convenienza politica”. (al. car.)

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