Il Decreto energia è ufficiale. Sardegna a tutto gas tra i dubbi

Matteo Sau

(M. S.)
Il Dpcm Energia Sardegna è realtà. Ieri sera, il premier Mario Draghi, ha firmato il provvedimento dopo un percorso politico e amministrativo non sempre in discesa. Infatti, il decreto (per sua valenza comune un atto transitorio e d’urgenza) aveva sollevato più di un dubbio riguardo alcuni provvedimenti per garantire alla Sardegna l’approvvigionamento energetico.

Il gas liquido (Gnl) arriverà nell’Isola con le navi e verrà stoccato in tre punti chiave che sono Portoscuso per il sud, Porto Torres per il nord Sardegna e un deposito costiero a Oristano per il centro. Nei primo due punti saranno sistemate due unità galleggianti di stoccaggio,  (Frsu) mentre nel capoluogo del centro Sardegna ci sarà un impianto di rigassificazione.

Novità anche sul versante della rete elettrica perché il decreto prevede la realizzazione di un cavo che unisca la Sardegna e la Sicilia che rientra nel progetto Tyrrhenian Link, con una potenza programmata di 550 megawatt. Sembra la soluzione migliore per la Sardegna, invece, è proprio dall’Isola che sono arrivate le pressioni ai parlamentari per evitare di rendere operativo il decreto.

I sindaci di Portoscuso e Porto Torres avevano sollevato questioni relativa al rischio che la Sardegna rimanga comunque dipendente dal punto di vista energetico. Inoltre, Giorgio Alimonda, sindaco di Portoscuso, in un articolo pubblicato su Sardinia Post, aveva sottolineato innanzitutto l’impatto ambientale di una nave gasiera ancorata in banchina e poi l’incertezza comunque delle tariffe.

In quest’ottica, diventa sempre più attuale la realizzazione del Galsi, progetto che prevede l’arrivo del gas liquido dall’Algeria che dovrebbe essere distribuito in tutta la Sardegna attraverso una dorsale. Il progetto, però, si è arenato e, nel decreto firmato da Draghi, non se ne fa menzione.

Sul fronte dei favorevoli si erano schierati con convinzione Confindustria e sindacati, entrambi in pressing per accelerare la metanizzazione della Sardegna, convinti che questa nuova fase possa rappresentare un incentivo alla ripresa economica in Sardegna.

Matteo Sau

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