Il Consiglio vara la Legge casa: mai più cemento a 300 metri dal mare

Dopo oltre un mese dal suo ingresso in Aula, il Consiglio regionale della Sardegna ha varato la nuova Legge casa che apre la strada agli ampliamenti nei centri storici e nelle zone residenziali (condizionati al possesso di un parcheggio), in quelle industriali e commerciali e, seppure in maniera molto limitata, agli hotel, bloccando però il cemento nella fascia dei 300 metri dal mare ed escludendo la possibilità di costruire residenze in campagna per chi non ha almeno tre ettari di terreno e non è coltivatore diretto.

Il ddl, che nella parte degli ampliamenti volumetrici rimarrà in vigore sino al 31 dicembre 2016, è passato con 33 voti favorevoli, quelli della maggioranza di centrosinistra, e 18 contrari, tutta l’opposizione. Ora la palla passa alla Giunta regionale che si è impegnata a presentare la nuova legge urbanistica entro la fine del 2015. Il provvedimento ha creato parecchie frizioni non solo tra gli schieramenti, con il centrodestra all’attacco per la proroga del vecchio Piano casa scaduto il 29 novembre 2014 e protagonista di un forte ostruzionismo in Aula, ma anche nel centrosinistra che ha dovuto superare diversi scogli. Quello più ostico ha riguardato la possibilità di incrementi nelle zone turistiche F, approvata a voto segreto con la maggioranza che andata sotto, provocando così l’ira del governatore Francesco Pigliaru e un immediato chiarimento in maggioranza. Alla fine il centrosinistra si è ricompattato, ma si è arrivati a congelare l’ipotesi di incrementi volumetrici per le zone turistiche, in particolare per le seconde case. L’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu ha difeso l’impianto complessivo del ddl spiegando che si tratta di una “legge equilibrata che vuole dare risposte in modo equilibrato”. In questo mese, ma anche prima che la legge entrasse in Aula, non sono mancate le contestazioni da parte delle associazioni di categoria, che hanno chiesto più volte sostanziali modifiche alla normativa. In particolare Confindustria ha parlato di “un ulteriore gravissimo attacco all’economia della Sardegna” e di complesso di norme “peggiorative” rispetto alle precedenti versioni del Piano casa. Anche Federalberghi e Confcommercio hanno provato a spronare il Consiglio con una lettera aperta che puntava il dito sulla politica perché “non crede nel turismo”. Non pienamente soddisfatti neppure gli ambientalisti di Legambiente e Gruppo di intervento giuridico che hanno sottolineato soprattutto “l’inopportunità delle norme sulle zone umide”.

La Legge casa è la “soluzione migliore possibile” per contemperare “le tante richieste che emergevano dal contesto civile, le esigenze di tutela e salvaguardia, di sviluppo economico”, mettendo mano ad un impianto normativo vecchio e cercando di “contrastare il disordine urbanistico senza bloccare l’edilizia”. E’ questa la visione della Giunta Pigliaru sul provvedimentoche diventerà la legge 8/2015 riprendendo lo stesso numero della legge del 2004, varata ai tempi della Giunta Soru, chiamata comunemente “Salvacoste”. L’assessore dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha spiegato che in quasi un mese e mezzo di discussioni sulla legge si è lavorato per “moderare il conflitto e lo scontro alla ricerca di un interesse generale e comune”.

Tra gli schieramenti, però, è stata battaglia sino all’ultimo voto, con le opposizioni che hanno sottolineato la “confusione” e le “incoerenze” della normativa che produrrebbe solo l’effetto di “bloccare l’edilizia” e “produrre una valanga di contenziosi”. Dalla maggioranza, che è rimasta quasi in silenzio per molti articoli e emendamenti, arrivano voci discordanti: c’è chi difende strenuamente la legge e chi avrebbe voluto altre soluzioni, ma che, per vincolo di coalizione, ha votato sempre in linea con la maggioranza sino all’approvazione finale del provvedimento. Secondo il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, “con questa legge si è persa una grande occasione di rilanciare il comparto dell’edilizia gravemente penalizzato, puntando ad una sorta di rinvio ad altra legge urbanistica come fatto qualche mese fa con la sanità”. Di diverso avviso il capogruppo Pd, Pietro Cocco, per il quale si tratta di una “legge molto migliore del Piano casa, che non ha prodotto chissà quali risultati sperati. Questo provvedimento serve a dare più ruolo ai comuni, contribuendo al miglioramento energetico”. E se il capogruppo di Alleanza popolare, Gianluigi Rubiu, parla di “vero attacco all’economia sarda che colpisce settori trainanti come l’edilizia, il turismo e i servizi, ma anche l’agricoltura”, i capigruppo di Cd e Sel, Daniele Cocco e Roberto Desini, storcono il naso sul merito e sul metodo. “Si poteva fare di più e non è stato fatto – ha spiegato Cocco – ma la speranza è che la legge urbanistica possa segnare quel punto per dare un imput allo sviluppo della Sardegna”. “Forse avremmo fatto meglio a prorogare il piano casa esistente – osserva Desini – forse c’erano alcune tematiche che avrebbero necessitato maggiore coinvolgimento da parte anche degli enti locali e per la prossima legge urbanistica servirà un approccio completamente diverso”. Infine Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha stigmatizzato “lo stravolgimento” della legge nel passaggio dalla Commissione, mentre Angelo Carta (capogruppo Psd’Az) ha sollecitato “una necessaria un’accelerata immediata dell’azione di governo, che non dipende dai tempi di discussione del Consiglio”.

 

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