Il centrodestra (ri)vuole Asl e Province. Gallura la più ‘coccolata’, prime frizioni

Non solo sanità. Non solo riordino dell’assistenza ospedaliera attraverso la cancellazione dell‘Ats, la sua sostituzione con l’Ares e la creazione di cinque Asl al posto delle Assl volute dal centrosinistra nella passata legislatura. Certo, cambiano i nomi e si tratterà di capire anche quanto la sostanza, ovvero l’organizzazione. Ma parallelamente alla sanità il centrodestra sta lavorando alla riforma degli enti locali. E su questo fronte spunta il ‘caso Gallura‘, l’ex nuova provincia spazzata via da Pd e alleati (pur con qualche voto contrario), ma che il centrodestra ha deciso di far risorgere. Ed effettivamente tra le ex parigrado Sulcis, Medio Campidano e Ogliastra, il teritorio di Olbia-Tempio è il solo ad aver i numeri – demografici ed economici – per essere riconosciuto come ente intermedio.

Ma andiamo con ordine: ieri Christian Solinas ha portato in Giunta la bozza della riforma sanitaria, quella che, al netto degli acronomi, è stata presentata dal governatore come “il progetto che avvicinerà i servizi essenziali e di eccellenza a pazienti e cittadini“. L’Ats, l’azienda per la tutela della salute, sarà cancellata. Al suo posto verrà istituita l’Ares, l’azienda regionale per la salute. Quindi sempre una sovrastruttura rispetto alle cinque Asl destinate a riprendere forma al posto delle Assl, le aziende socio-sanitarie del centrosinistra. L’Ares, peraltro, sarà la centrale unica di acquisto, come nello spirito dell’Ats. Tra le novità da segnalare pure l’introduzione del Nue, il numero unico di emergenza e la classificazione del polo Brotzu di Cagliari (ha accorpato l’Oncologico e il Microcitemico) come Arnas, ovvero azienda di rilievo nazionale con prestazioni di alta specializzazione.

Tutto questo verrà discusso nel vertice di maggioranza che Solinas ha convocato per giovedì 5 settembre. Sarà il primo faccia a faccia del centrodestra dopo la pausa estiva. E forse anche l’appuntamento che segnerà il vero avvio del governo targato centrodestra, vista la partenza della coalizione piuttosto diesel. La sensazione è che in questi mesi di apparente silenzio il presidente della Regione si sia portato avanti coi compiti: a trapelare è che la riorganizzazione delle cinque Asl è identica al numero di province a cui la maggioranza di centrodestra vuole arrivare.

Tuttavia le indiscrezioni sull’agenda politica d’autunno fanno segnare le prime divisioni. Con una premessa: mai come in questa legisaltura ci sono galluresi al governo della Sardegna. Di Monti è Quirico Sanna, il titolare degli Enti locali e dell’Urbanistica; di Golfo Aranci Giuseppe Fasolini, alla guida della Programmazione; di Tempio Andrea Biancareddu, l’assessore alla Pubblica istruzione. Quota Psd’Az il primo, azzurro di Forza Italia il secondo e Udc il terzo.

La prossima settimana si capiranno gli umori. Ma Fabio Usai, sardista, consigliere regionale del Sulcis, territorio che non verrebbe promosso a differenza di Olbia-Tempio, ha già espresso la propria contrarietà. “Non solo assolutamente d’accordo all’ipotesi”, ha sottolineato ieri, sebbene ventiquattro ore prima avesse difeso la riforma a spada tratta (leggi qui). Ma forse non aveva capito che sulle province il suo Sulcis sarebbe rimasto a bocca asciutta (avrà però un nuovo ospedale).

Oltre a Usai ha puntato i piedi, in anticipo, pure Michele Enas, eletto con la Lega nella massima assemblea sarda. Il salviniano ha già detto di volersi fare “portavoce del destino che attende la provincia del Sud Sardegna”. Insomma, a cinque giorni dal vertice di maggioranza convocato da Solinas il perimetro del campanilismo è già recintato. E come succede in questi casi sembra destinato ad allargarsi rapidamente. (al. car.)

 

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