Il capo della Lega a Sassari se ne va: “Partito di massoni, ma io infangato”

Giovanni Nurra, il coordinatore della Lega nella provincia di Sassari, sbatte la porta e se ne va. Il capo delle camicie verde nel Nord-ovest dell’Isola dice addio con una durissima lettera inviata al commissario regionale, Eugenio Zoffili. Una lettera che finisce così: “Ti levo il problema della mia presenza e rassegno le dimissioni. Ti saluto augurandoti buona fortuna”.

Serve una premessa per contestualizzare il passo indietro di Nurra: a settembre il coordinatore provinciale del Carroccio sarebbe rimasto vittima di un attentato. Così, almeno, era stato inquadrato dallo stesso Nurra un’episodio contro la sua auto. Il leghista, assistito dall’avvocato Emanuele Meloni, denunciò alla Digos di Sassari che qualcuno aveva allentato i bulloni nelle ruote posteriori. “Volevano uccidermi“, disse l’ormai ex capo della Lega che con Matteo Salvini era candidato alla Camera alle Politiche di marzo nel collegio  plurinominale del Nord.

Di certo quello che denuncia Nurra, stavolta nella lettera a Zoffili, è un clima di veleni dentro il partito sardo. Scrive il commissario dimissionario: “Mi sono impegnato nella Lega per passione al progetto politico e da subito senza esitazione ci ho messo la faccia, attirandomi antipatie pesanti negli ambienti della mia professione e mettendo a rischio anche il mio locale. Non ho esitato ad andare avanti in un progetto in cui credo, anche togliendo tempo al lavoro e alla famiglia nonché investendo denaro per portare avanti la battaglia politica per la mia terra”.

Nurra sottolinea: “Sono stato sempre una persona leale e aperta e ho sempre valutato ognuno nella massima buona fede. Questo atteggiamento positivo mi ha fatto fare errori di valutazione, in particolare su una donna (omettiamo il nome della leghista chiamata in causa), ma ho saputo prenderne le distanze attirandomi le sue antipatie ed i suoi attacchi. Ma per me è più importante il progetto politico che portiamo avanti. Ho sempre lavorato alacremente per la Lega con gazebo e presenza costante sul territorio e sui social, dando molta visibilità al partito nel Nord Sardegna e in particolare nella provincia di Sassari. Ho lavorato – si legge ancora – per dare al movimento una struttura e per riuscire a tirare fuori il massimo risultato possibile in termini di attività politica sul territorio e anche in prospettiva del futuro elettorale”.

Nurra continua così: “C’è stato chi mi ha voluto bene e tanti me ne vogliono, tantissimi”. Segue un elenco di nomi che, ugualmente, omettiamo. Poi il coordinatore di dimissionario parla di persone che lo hanno calunniato. Si legge ancora: “Mi hanno riempito di fango con utilizzo di menzogne e questioni vecchie di sei anni”. Nurra si riferisce alla “massoneria” e aggiunge: “Sì, io nel 2013 ero vicino a quegli ambienti. Oggi non appartengo più a quella che considero una congrega di scalcagnati in cerca d’autore”. Nurra fa altri nomi. Di presunti massoni. E a Zoffili scrive ancora: “Solo perché tu lo sappia. Hai idea di quanti massoni ci siano in Lega in Sardegna? Se capiterà, te lo dirò a voce. Ma sono tanti. Alcuni anche nelle liste per le Regionali. Sai perché mi hanno attaccato sui giornali? – continua lo sfogo -. Il motivo è che ho difeso il partito da certi attacchi”.

Il coordinatore dimissionario è un fiume in piena. E a Zoffili fa notare: “Tu da mesi hai cambiato atteggiamento nei miei confronti. Mi sorridi, scherzi con me, poi non metti neanche un like sui miei post Facebook. Non una risposta ai miei messaggi e o una mia telefonata. Mi hai anche frenato nel far crescere il partito, perché andavo troppo veloce ed io ovviamente mi sono adeguato. Non sei più passato a Sassari ed hai totalmente marginalizzato la nostra presenza e la mia persona: se ne sono accorti in molti e non solo io. Hai evidentemente dato retta a qualche infame senza un confronto diretto con me. Che nulla ho da nascondere e quando parlo guardo negli occhi l’interlocutore”.

Sempre sulle candidature alle Regionali del 24 febbraio, Nurra fa altri nomi e osserva: “In lista ci sono anche gli ultimi arrivati che appena hanno ottenuto ciò che volevano, sono diventati dei cani sciolti. Avevi sempre detto che la Lega premia chi si impegna. Ma così non è. Non mi hai ascoltato, hai avuto diffidenza per le persone sbagliate. Il risultato finale è che mi sono sentito marginalizzato da te. Messo all’angolo e ultimamente anche umiliato dalle candidature di perfetti sconosciuti, ultimi arrivati”, ripete.

Al momento non è dato sapere se dopo questa lettera ci sia stato un confronto tra Nurra e Zoffili. Né se le dimissioni siano irrevocabili (o meno). I veleni nella Lega sarda, però, vengono fuori per la prima volta.

Alessandra Carta
(@alessacar on Twitter)

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