Covid, buoni spesa di Solinas ai poveri: per pane 5 euro al mese, 25 di formaggi

Trenta euro al mese. Di cui “un sesto”, pari a 5 euro, per comprare “pane a lunga conservazione“, mentre i restanti 25 euro (“cinque sesti”) devono essere destinati all’acquisto di “formaggi ovini, caprini e vaccini, escluso il pecorino romano“. Sono queste alcune delle regole fissate dalla Giunta di Christian Solinas per sostenere i cittadini in difficoltà. Ieri è stato il sito Sardegnalive.it a rilanciare per primo i contenuti della delibera 52/16 approvata il 23 ottobre scorso. ‘Disposizioni a favore delle famiglie indigenti. Programma di intervento e relative modalità di attuazione della legge 22 del 23 luglio 2020, articolo 31’, è scritto (qui il documento integrale).

L’Esecutivo ha stanziato in tutto sei milioni di euro. Materialmente le risorse saranno gestire dai Comuni cui spetterà “assegnare i voucher e controllare il corretto utilizzo dei buoni”, mentre la Regione si occuperà di stilare l’elenco dei produttori che aderiscono all’iniziativa. Come scritto al punto 5 dell’allegato 2 (qui il documento), le aziende che partecipano al programma non devono essere necessariamente sarde, ma è sufficiente che abbiano nell’Isola “una sede operativa”.

Quanto ai requisiti richiesti per accedere ai buoni spesa, bisogna essere residenti in Sardegna almeno dal 23 luglio e farsi riconoscere dal Comune dove si vive la propria condizione di indigenza, In alternativa, se si è già beneficiari del reddito di cittadinanza, basta inoltrare l’attestazione dell’Inps, come previsto dal punto 2 dell’allegato 1 (qui il documento) o presentare l’Isee che deve essere pari o inferiore a 9.360 euro. Una soglia, quest’ultima, che va incrementata del 25 per cento nel caso di nuclei familiari formati da persone con più di 67 anni.

Nella delibera non è precisato cosa debba intendersi per “pane a lunga conservazione”. Ma si può ipotizzare che rientrino le spianate, il carasau e il pistoccu. Il problema è che i prodotti sardi della panificazione hanno, per via della altissima qualità, un costo medio che si aggira intorno a 5 euro a confezione. Tanto quanto l’ammontare totale previsto mensilmente dalla delibera di Solinas. Quindi è più probabile che con quel prezzo si possano acquistare solo fette per toast da discount. E comunque stringendo la cinghia pure in questo caso.

Il ragionamento non è diverso sul fronte dei formaggi: se una persona si deve sfamare con 25 euro al mese, può comprare solo surrogati del settore lattiero-caseario, come paste filanti oppure prodotti vaccini di bassa qualità. Insomma, un trattamento da poveri in linea con l’elemosina che sembra contenuta nella delibera di ottobre. La cartina di tornasole sono ancora una volta i social: in un meme che sta girando in queste ore su WhatsApp, Solinas è rappresentato come la regina Maria Antonietta d’Asburgo. Quella che invitava il popolo a mangiare brioches, una volta finito il pane. Per il governatore sardista è la seconda contestazione di fila in pochi giorni: la Rete lo ha duramente sbeffeggiato per l’ordinanza promessa e alla fine non fatta sugli orari di chiusura di bar e ristoranti.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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