Giunta Solinas, congelata la trattativa. Ma deciso l’assessore dei Riformatori

I contatti nel centrodestra si sono fermati. Sono giorni che il presidente della Regione, Christian Solinas, non sta sentendo gli alleati. Nemmeno al telefono. L’indiscrezione filtra dagli ambienti politici del centrodestra alla vigilia delle dichiarazioni programmatiche che il governatore illustrerà domani al Consiglio regionale. A Palazzo si comincia alle 11 e il discorso sugli obiettivi di governo è il solo punto all’ordine del giorno.

È la prima volta nella storia autonomista che un capo della Giunta presenta all’Assemblea le dichiarazioni programmatiche senza aver completato l’Esecutivo. Sino al 2004 non era nemmeno possibile fare diversamente, perché il presidente veniva scelto dal Consiglio, cui spettava approvare (o respingere) anche la relazione sul progetto amministrativo complessivo, contestualmente alla nomina di tutti gli assessori. Con l’elezione diretta del governatore, invece, le dichiarazioni programmatiche non vengono più messe ai voti e sono state ridotte a consuetudine istituzionale, ma irrinunciabile perché segnano l’avvio formale della legislatura.

Solinas è allo stesso punto del 6 aprile scorso, quando ha nominato i primi e unici cinque assessori. Ovvero Alessandra Zedda (Lavoro), Giuseppe Fasolino (Programmazione), Gianni Chessa (Turismo), Mario Nieddu (Sanità) e Gianni Lampis (Ambiente). Formano un Esecutivo che al momento è targato Forza Italia, Psd’Az, Lega e Fratelli d’Italia. Mancano ancora i rappresentanti di Riformatori, Sardegna 20venti, Udc e forse dei piccolini in quota Sardegna cvica e Fortza Paris. Solinas ha tenuto per sé le deleghe di Urbanistica, Lavori pubblici, Industria, Trasporti, Agricoltura, Affari generali e Pubblica istruzione.

Adesso viene fuori che nemmeno i cinque assessori in carica dal mese scorso stanno lavorando a pieno regime perché non sono stati nominati gli uffici di gabinetto. Ne fanno parte un capo, un consulente e un segretario particolare. La terna cambia a ogni elezione perché si tratta di incarichi fiduciari. Tecnicamente sono posti di sottogoverno che rientrano nella spartizione complessiva della legislatura, ma con lo stallo della trattativa sulla Giunta anche queste attribuzioni sono ferme. Si aggiunga il caos sulle Comunali: venti di guerra fortissimi stanno soffiando sulla scelta dei candidati sindaco ad Alghero e Sassari.

L’unica novità sull’Esecutivo da completare riguarda i Riformatori che hanno deciso di assegnare la casella in Giunta a Roberto Frongia: l’avvocato sulcitano ha già ricoperto l’incarico in Regione quando il presidente era Mauro Pili (aveva la delega al Turismo). Stavolta dovrebbe prendere in mano i Lavori pubblici. Sugli altri sei papabili, la Lega vuole che la titolare dell’Agricoltura, malgrado la terza media, sia l’allevatrice di Calangianus, Daria Inzaina, nome su cui il commissario del Carroccio in Sardegna, Eugenio Zoffili, ha puntato i piedi. Il partito di Salvini ha anche formalizzato l’indicazione dell’0gliastrino Giorgio Todde agli Affari generali e al Personale.

Il resto sono le solite baruffe che non hanno soluzione: Sardegna 20venti è sempre divisa al proprio interno tra il fondatore Stefano Tunis da una parte e gli altri due consiglieri eletti dall’altra, cioè Pietro Moro e Domenico Gallus. Ma non si capisce quale delega possa prendere la lista civica: una delle ipotesi è l’Industria, ma nulla è deciso. Se i Trasporti andranno in quota Solinas, il nome più probabile è quello di Gabriella Massidda, attuale direttrice generale dell’assessorato. All’Udc di Giorgio Oppi dovrebbe spettare la Pubblica istruzione con Andrea Biancareddu, ma anche in questo caso mancano le certezze. E non per volontà del partito, ma a causa degli equilibri saltati nella coalizione.

Stando sempre a indiscrezioni che arrivano dal centrodestra, Solinas potrebbe presentare gli assessori nella seduta di venerdì 10, quando le opposizioni dovranno replicare alle dichiarazioni programmatiche del presidente. Senza Esecutivo al completo, per Solinas e alleati sarebbe un bagno di sangue, almeno sul piano mediatico. Ragion per cui non si può escludere che lo schieramento faccia lo sforzo di trovare un’intesa.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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