Giunta, sabotaggio al metodo Solinas. Ma il presidente non arretra e rilancia

Il fuoco amico, alla fine, è arrivato. Nel mirino il presidente Christian Solinas che alle 19 di stasera, viste le risse interne alla coalizione, ha convocato d’urgenza a Villa Devoto un vertice, che poi non si è tenuto. Due partiti su tutti – la Lega e i Riformatori – hanno dato forfait. Più per mal di pancia politici che non per reali impegni. Ma non sono gli unici a mostrare insofferenza, quando manca una notte all’esordio della nuova Giunta regionale, programmato per domani contestualmente all’insediamento del Consiglio (seduta fissata alle 10,30).

A far scoppiare il bubbone del malumore è la presidenza dell’Aula. La casella è rivendicata da Forza Italia che vuole piazzare a tutti i costi Antonello Peru, il più votato alle Regionali del 24 febbraio scorso. Se il nome piacesse a Solinas – e all’intera coalizione – non ci sarebbero stati problemi. Invece così non è, a giudicare dal caos scoppiato in queste ore. Peru, a processo per presunti abusi edilizi e indagato per associazione a delinquere, non ha i numeri in virtù dei problemi giudiziari.

Il governatore non è rintracciabile. Lo blinda il suo entourage. E ci sta: sono ore delicatissime, in cui viene male rilasciare, con la partita ancora aperta, dichiarazioni ufficiali. Gli equilibri sono delicatissimi, una parola di troppo rischia di compromettere la trattativa. Vero che accontentare tutti non è possibile, ma Solinas pare non ne voglia proprio sapere di affidare a Peru l’Assemblea sarda, la seconda istituzione sarda più importante dopo la presidenza della Regione. Di qui l’impasse.

Stando a quanto filtra da ambienti politici, l’alternativa all’esponente azzurro è un consigliere della Lega. Ma Solinas, in questo caso, ha un altro problema: il Carroccio non è disposto a cedere un assessorato in cambio della presidenza dell’Aula. I leghisti vogliono prendere la poltrona dell’Assemblea come quarto incarico. Ma a quel punto scoppierebbe la rivolta tra gli alleati, perché le camicie verdi avrebbero troppi posti di potere rispetto al consenso elettorale, intorno all’11 per cento.

Solinas sta cercando la mediazione e avrebbe individuato in Michele Cossa, il più votato dei Riformatori, la figura terza e più adatta a ricoprire l’incarico. Il nome di Cossa è circolato da subito, appena chiuse le urne. Ma poi non se n’è più parlato, visto che il partito non ha mai manifestato reale interesse: i liberal democratici preferiscono avere due assessorati anziché una sola delega più la presidenza dell’Aula. Che è paragonata appunto a una casella nell’Esecutivo, ma non maneggia soldi.

Per valutare la proposta di Solinas, i Riformatori si sono riuniti all’hotel Regina Margherita di Cagliari, scoprendosi anche loro divisi come Forza Italia. Nella fila berlusconiane, infatti, solo Cappellacci non vuole Peru. Ma non per ragioni etiche: il deputato e coordinatore degli azzurri punta a piazzare in Giunta un proprio fedelissimo e per avere chance deve succedere che a Forza Italia spettino due assessorati. Così in uno mette un suo uomo. Nei Riformatori c’è un problema simile: se Cossa fa il presidente del Consiglio, si riducono le possibilità di quanti nel partito aspirano a entrare nella squadra di governo.

Se non si risolve il nodo della prima poltrona dell’Aula, Solinas non può attribuire le deleghe in Giunta. Ecco perché la trattativa si è complicata. Deleghe che il governatore sa già come dividere. E anche per questo gli alleati si sono irrigiditi: Solinas sta in qualche modo smontando i piani dei partiti, non lasciando loro alcun potere di scelta sugli assessori. Tanto che i Riformatori, dall’hotel Regina Margherita, gli hanno mandato a dire di essere pronti a non entrare nell’Esecutivo, nel caso in cui sia solo Solinas a decidere la composizione della Giunta.

Si profila una lunga notte di confronti. A Villa Devoto è già andato Paolo Truzzu, il consigliere dei Fratelli d’Italia (indicato anche come candidato sindaco a Cagliari): agli Fdi spetta infatti un posto nell’Esecutivo ed è probabile che Solinas stia comunicando il nome dei prescelto, tra i papabile del partito.

E a proposito di assessori possibili, Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco, fa sapere di aver declinato l’invito a entrare nella squadra di governo. “Continuo ad amministrare il mio Comune”, ha detto. Locci sarebbe stata una quota Sardegna 20venti. Ma non è dato sapere se la sua candidatura l’abbia avanzata solo il fondatore della lista civica, Stefano Tunis, l’ex azzurro rieletto in Consiglio, o il nome del sindaco sia effettivamente arrivato a Solinas.

Domani la Giunta si deve presentare in Aula: nel centrodestra si parla di un vertice di coalizione alle 9, quindi un’ora e mezza prima che cominci la seduta. È possibile. A meno che stanotte Solinas non trovi la quadratura del cerchio.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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