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Giorgio La Spisa candidato con Monti si dimette da vicepresidente della Regione

“Ho deciso di confermare la mia candidatura con Mario Monti e per questo ho rinunciato alla carica di vicepresidente della Regione e ho rimesso il mandato da assessore alla Programmazione nelle mani del governatore Ugo Cappellacci”. Lo ha annunciato stamane a Cagliari, durante una conferenza stampa, l’assessore regionale alla Programmazione Giorgio La Spisa.

Il capo dell’esecutivo non intende, almeno al momento, sollevare dall’incarico alcun assessore, sebbene candidato, ma ha chiesto una autosospensione, ha chiesto cioè ai compoenenti della giunta candidati in Parlamento di attenersi esclusivamente all’ordinaria amministrazione.

“E infatti – ha detto l’assessore La Spisa – darò il via libera solo agli atti indifferibili e non di matrice politica. Ho deciso poi di rinunciare alla carica di vicepresidente perché non voglio essere accusato di avvantaggiarmi della carica per fini elettorali”.

Una partita difficile. Forte delle 10.400 preferenze personali raccolte alle elezioni regionali del 2009, Giorgio La Spisa sarà il numero due nella lista per l’elezione alla Camera, dopo Pierpaolo Vargiu, dei Riformatori. La sfida però, nonostante il successo personale dell’assessore alle consultazioni del 2009, è tutt’altro che in discesa. E questo il diretto interessato lo sa bene.

“Ho accettao una sfida e di certo, in queste condizioni, non si può dire che sia una decisione opportunistica, anzi: il percorso è difficile”. Il paracadute non c’è: quando nel marzo del 2009 Giorgio La Spisa ha accettato l’incarico in giunta, si è dimesso da consigliere regionale. Ciò significa che il suo destino politico, almeno in via Roma, è nelle mani del presidente Cappellacci.

E se non dovesse approdare in Parlamento? “Non so, si vedrà”, dice laconico l’assessore alla Programmazione. Ma è ben difficile che il governatore possa digerire la presenza in giunta di un assessore – per di più seduto su una poltrona importante come la Programmazione e il bilancio – passato di fatto all’opposizione. Al momento comunque “Cappellacci mi ha fatto cordiali auguri e io ho cordialmente ringraziato”, ha detto La Spisa.

Rimane però un dato di fatto, che sembra avvalorare sempre più l’ipotesi di elezioni anticipate: dall’esecutivo Cappellacci c’è un fuggi fuggi generale. E i sardi potrebbero tornare alle urne entro il prossimo giugno.

Tutta la giunta (o quasi) guarda verso Roma. Antonello Liori corre per Fratelli d’Italia, Sergio Milia (Cultura) per l’Udc, poi rimangono in corsa Simona De Francisci, Oscar Cherchi e Alessandra Zedda (Sanità, Agricoltura e Industria) col Pdl, anche se le posizioni di certa eleggibilità andranno appannaggio di parlamentari uscenti. Non si esclude nemmeno la candidatura del titolare degli Enti locali Nicolò Rassu, sempre in quota Pdl. Ancora incerta la partecipazione alle elezioni di Mario Floris (Uds, assessore al Personale) con Grande Sud dell’ex Pdl Gianfranco Miccichè. E ancora: Christian Solinas col Psd’Az, anche se la sua sarà una corsa ‘di facciata’ che non porterà certo all’elezione ma mira a far ottenere al partito un buon risutlato.

Insomma: su dodici assessori, ben nove potrebbero finire in lista. Risultato: la Regione ‘comissariata’, con i titolari degli assessorati che per un mese dovranno limitarsi all’ordinaria amministrazione. E solo tre (Angela Nonnis ai Lavori pubblici, Luigi Crisponi al Turismo e Andrea Biancareddu all’Ambiente) liberi di proseguire nell’azione politica.

La Spisa e l’ipotesi di candidatura alla presidenza della Regione. Una situazione surreale, una istituzione che si ‘blocca’ fino all’esito delle Politiche. E poi bisognerà vedere i risultati e trarre le conseguenze. Insomma: Cappellacci si trova, già oggi, a dover gestire una situazione al limite del gestibile: lui al Pdl, i Riformatori, l’Udc e ora il numero due – fino a oggi – di fatto all’opposizione. Da qui lo scenario delle elezioni anticipate. Magari con Giorgio La Spisa candidato alla presidenza della Regione con il sostegno di un grande Centro. Anzi, come l’ha definita lo stesso assessore, “di una grande casa, nella quale spero arrivino anche altri amici del Pdl e cattolici. Un grande progetto che riprenda gli ideali storici del Centro”.

Pablo Sole

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