Fuori dal Consiglio perché era in tuta. Manca (M5s): “Una decisione assurda”

“Da ora in poi controllerò l’abbigliamento di chi fanno entrare in Consiglio”. La capogruppo M5s Desirè Manca è furente perché non è stato autorizzato l’ingresso nel palazzo del Consiglio regionale a un cittadino che voleva incontrarla. “Una ragazza è arrivata accompagnata dai suoi genitori per incontrarmi, ma li hanno fermati all’ingresso di via Roma perché il padre indossava la tuta da ginnastica – spiega la consigliera grillina -, ci sono regole ben precise per l’abbigliamento e una commessa è venuta ad avvisarmi del problema. Si trattava di una persona di una certa età e corpulenta, che arrivava dal suo posto di lavoro e non aveva possibilità di indossare altri indumenti: era lì per parlare di un problema con un’esponente delle istituzioni”. A quel punto, la capogruppo M5s ha chiesto una deroga. “Come capita in questi casi, serve l’autorizzazione dei questori ma erano impegnati in commissione – racconta -, allora la commessa li ha raggiunti e ha parlato con Giorgio Oppi e Gianfranco Lancioni, ma loro hanno confermato che quell’uomo non poteva entrare”.

Il regolamento interno del Consiglio precisa che “durante le sedute le persone ammesse alle tribune devono essere munite di un’apposita autorizzazione di entrata ed essere correttamente vestite“, e questa regola della giacca viene di prassi estesa a tutti gli ambienti del palazzo di via Roma. Ma, secondo Desirè Manca, si sarebbe potuto chiudere un occhio. “Non c’era una seduta del Consiglio in corso, quelle persone sarebbero dovute venire nel mio ufficio in una giornata di lavoro ordinario, sarebbe bastato un po’ di buonsenso per consentirgli di entrare. In situazioni analoghe, altre mille volte, i questori hanno dato il permesso. Ma in questo caso non è successo. Forse perché dovevano incontrare me? Io credo di sì. Per questo, d’ora in poi, starò attenta a tutte le persone che fanno entrare, anche se mi spiace che a rimetterci saranno i cittadini”.

“Siamo obbligati a vigilare che nessuno entri in tuta o pantaloncini corti“. Il consigliere sardista Nanni Lancioni conferma di aver preso lui la decisione poco gradita. “Mi spiace per la persona interessata e per la collega, ma quando ricevo qualcuno in ‘canadese‘ (così i cagliaritani chiamano la tuta sportiva, ndr.) sono io a scendere giù, perché non posso farlo salire nel Palazzo – spiega -. Le regole parlano chiaro e tutte le guardie giurate sanno che non si può entrare senza l’abbigliamento adeguato. Non sono neanche d’accordo, perché indossare una ‘canadese’ non vuol dire necessariamente non avere un abbigliamento adeguato, ma le regole sono queste e tutti siamo tenuti a rispettarle”.

Marcello Zasso

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