Funerale fascista, le reazioni della politica isolana. Il presidente della Regione Pigliaru: “Attenzione sia alta”

Non lascia indifferenti la cerimonia fascista che domenica scorsa, a Sassari ha dato l’ultimo saluto al professore universitario di Storia del diritto italiano, Giampiero Todini. La notizia – e soprattutto il video – sono stati ripresi con evidenza da molti quotidiani online nazionali, e trascinano dietro a cascata polemiche e reazioni della politica isolana. Per il democratico Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, già sindaco di Sassari per due legislature è “apologia di fascismo” (leggi qui).

“Sassari e l’intera Sardegna non meritano lo spettacolo offerto da un gruppo di nostalgici condannati dalla storia e messi fuori legge dalla nostra Costituzione – ammonisce il presidente della Regione, il sassarese Francesco Pigliaru -. Manteniamo alta l’attenzione contro qualsiasi forma di fascismo, contro gli egoismi e l’intolleranza. La storia insegna e noi non abbiamo intenzione di dimenticare le terribili lezioni del passato”.

“Il saluto romano al funerale di Sassari non può essere accettato così come non può esserci uno sdoganamento di gesti, atteggiamenti e modi di fare che hanno caratterizzato negativamente e drammaticamente il nostro Paese. Non solo questi gesti sono da stigmatizzare, ma non può essere permesso alcun tentativo revisionista”. Lo ha detto il segretario del Pd sardo, l’ex deputato Emanuele Cani.

Dal Pd del nord Sardegna, a nome dei segretari provinciale e cittadino, Gianpiero Cordedda e Gianni Carbini, arriva “la ferma condanna”. “Sassari – scrivono in una nota congiunta – è una città profondamente antifascista e ogni manifestazione o atto che possa anche solo minimamente metterlo in discussione deve essere bloccato sul nascere”.  In particolare: “Il video che sta girando in rete in queste ore lascia sgomenti ma crea anche preoccupazione perché è sempre più forte la sensazione che ci sia in atto un tentativo di sdoganare comportamenti e ideologie contrarie alla legge, alla nostra costituzione ma anche ai principi e ai valori di una società civile”. Da qui il monito: “Non c’è e non ci deve essere spazio per il fascismo e non esistono giustificazioni per chi utilizzando la commemorazione di un defunto ha voluto riproporre in un luogo pubblico gesti e frasi che al fascismo sono direttamente legate e ispirate”.

Caustico Franciscu Sedda, presidente del Partito dei sardi che lancia un hashtag in vista di una liberazione in chiave indipendentista: #fascistiincolonia. “La nostra liberazione non deve essere soltanto liberazione da questa ventina di ridicoli #fascistiincolonia ma deve essere liberazione da una ben più subdola mentalità “italiota” – come l’aveva definita Ciccitu Masala – che da troppo tempo domina in Sardegna. E ci rende delle povere macchiette pronte a scimmiottare tutto e (soprattutto) il peggio di tutto, come ci ricorda meritoriamente il video che oggi fa tanto parlare”. Il personaggio Todini viene definito come “il solito miscuglio di orgoglio sardo e integrazionismo italiano. Con l’aggravante fascista”. Per via della sua dichiarata fede fascista e delle sue cariche e riconoscimenti pubblici: fondatore e direttore dell'”Archivio Storico e Giuridico Sardo di Sassari e insignito dall’allora presidente della Repubblica Cossiga del titolo di Cavaliere delle Repubblica italiana. Una posizione definista come “Un classico dell’autonomismo, fin dalla sua nascita pronto a morire e sacrificarsi per l’Italia, e solo per l’Italia, con la bandiera sarda in mano”.

 

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