Retromarcia sulla reintroduzione dei vitalizi. Per evitare lo scontro frontale la legge la legge verrà divisa in due parti discusse separatamente. Questa è l’intenzione del presidente della commissione Autonomia del Consiglio regionale, Pierluigi Saiu (Lega), che ha convocato il parlamentino giovedì alle 16 per avviare l’iter della legge. La parte che verrà discussa è soltanto quella sul taglio dei vitalizi già attivi, affrontando subito, dunque, “la rideterminazione dei 309 assegni erogati oggi dal Consiglio regionale”, spiega Saiu. L’obiettivo è stringere i tempi e portare al traguardo il taglio dei vitalizi destinati agli ex consiglieri regionali ed ex presidenti della Regione: “Il provvedimento dovrà essere licenziato dalla commissione il prima possibile per evitare le sanzioni che potrebbero arrivare in caso di mancata approvazione”. Secondo l’esponente del Carroccio, il passaggio dal metodo retributivo a quello contributivo permetterà un risparmio i 1,6 milioni di euro. Per questo motivo “mi auguro che tutte le forze politiche possano affrontare il provvedimento con equilibrio e serenità. Si tratta di un atto dovuto rispetto al quale nessuno può tirarsi indietro. Adesso serve, da parte di tutti, senso di responsabilità affinché il Consiglio regionale si esprima a favore di un testo condiviso”.
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Il tema dei vitalizi ha sollevato un polverone e caratterizzato le prime settimane di attività del Consiglio regionale e lo stop sarebbe arrivato dalla Lega, dopo le polemiche che hanno accompagnato l’inserimento della proposta di istituire un sistema pensionistico su base contributiva per i componenti dell’assemblea nel disegno di legge sul taglio dei vitalizi. Il primo a sollevare la questione è stato il consigliere regionale dei Progressisti, Massimo Zedda, e a ruota anche gli esponenti del Movimento 5 stelle che consideravano la strategia un modo per resuscitare gli assegni che i cittadini percepiscono come privilegi della casta.
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Il disegno di legge aveva ottenuto le firme bipartisan di maggioranza e opposizione, ma nei giorni scorsi tre esponenti della minoranza, un progressista e due Pd, hanno ritirato le loro sottoscrizioni, e a questo punto il provvedimento non arriverà in commissione così come è stato pensato inizialmente.