C’è un nuovo indagato nello scandalo dei fondi ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna: è Paolo Fadda, esponente del Pd, ex sottosegretario alla Sanità, già consigliere ed assessore nelle precedenti legislature. Lo ha reso noto lui stesso con una dichiarazione diffusa alla stampa. “Stamane – si legge – ho ricevuto un’informazione di garanzia, nell’ambito dell’inchiesta sull’utilizzo dei fondi dei gruppi del Consiglio regionale, con la quale mi viene contestata la spesa di 2 mila euro risalente al 2005″. Il politico, 64 anni, originario di Villa San Pietro, per due volte parlamentare, risulta indagato nell’inchiesta-bis del sostituto procuratore di Cagliari Marco Cocco, in merito ad una spesa risalente al periodo nel quale è stato consigliere della XIII legislatura.
“Ho provveduto immediatamente a dare incarico all’avvocato Guido Manca Bitti – annuncia Fadda nella nota – con il quale abbiamo concordato di metterci a disposizione del magistrato non appena saremo in possesso degli atti di contestazione. Dichiaro sin d’ora l’assoluta certezza di dimostrare che l’utilizzo di tale somma è stato effettuato nel rispetto dei regolamenti consiliari e delle leggi”.
Con l’iscrizione di Fadda nel registro degli indagati, rimangono pochissimi i consiglieri della XIII legislatura a non essere finiti nel mirino della Procura, il numero attualmente sfiora i 90. I primi venti del Gruppo Misto sono già a giudizio in tre distinti processi (Adriano Salis, ex Idv, è già stato condannato in abbreviato ad un anno e otto mesi). Nell’inchiesta bis, scattata proprio dalle rivelazioni di Salis al giudice, sono finiti anche un gruppetto di consiglieri della XIV legislatura, anche se le indagini proseguono e presto potrebbero esserci dei nuovi colpi di scena. In queste settimane, invece, gli investigatori dei nuclei di polizia giudiziaria di Carabinieri e Finanza hanno notificato inviti a comparire per presunti reati commessi tra il 2004 ed il 2007, ottenendo nel primo caso anche lo slittamento del termine di prescrizione. Nessun gruppo consiliare è stato risparmiato. Per tutti quanti il reato contestato è quello del peculato. (ANSA)
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