Tre emendamenti pressocché identici per scorporare il collegio unico Sicilia-Sardegna e permettere così all’Isola di eleggere un proprio rappresentante all’Europarlamento, grazie all’istituzione di una circoscrizione autonoma in vista delle consultazioni di maggio. Li hanno presentati al Senato Mario Mauro (Scelta civica), Silvio Lai (Pd) e Roberto Cotti (M5S). Poche righe per una mini-riforma che porterebbe i collegi dai cinque attuali a sei con la novità, appunto della circoscrizione Sardegna.
Una prima, timidissima vittoria si è avuta con la dichiarazione di ammissibilità – non scontata – dei tre documenti. I problemi però potrebbero arrivare proprio questa mattina, quando gli emendamenti saranno votati a margine della discussione sul disegno di legge per la “promozione dell’equilibrio di genere alle elezioni del Parlamento europeo”.
Fonti autorevoli dicono che il relatore del ddl (la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, del Pd) e lo stesso governo Renzi, esprimeranno parere contrario. E se venisse confermato in Aula questo orientamento, l’istituzione del collegio sardo sarebbe affossato nel giro di pochi minuti. Per la Sardegna si tratta probabilmente dell’ultimo treno, visti anche i tempi risicati.
Una soluzione in extremis potrebbe arrivare solo con la discussione e l’approvazione, in Commissione Affari Costituzionali, dei disegni di legge sull’istituzione del collegio sardo che giacciono da mesi nei cassetti di Palazzo Madama. Una volta approvati dalla Commissione, con il placet del presidente Grasso il testo arriverebbe in Aula per la ratifica definitiva. Certo è che se il governo conferemerà il niet agli emendamenti Mauro-Lai-Cotti, difficilmente metterà in agenda l’approvazione di un ddl ad hoc. E anche stavolta, per avere un proprio rappresentanto a Bruxelles la Sardegna dovrà sperare nelle dimissioni di un europarlamentare siciliano, come avvenuto con l’elezione di Rosario Crocetta a governatore della Sicilia e il conseguente subentro di Francesca Barracciu.
P. S.