Enti e agenzie regionali, si cambia: ritornano i Cda, 49 nomine da fare

Il centrodestra al governo della Regione prepara il ritorno ai Cda negli enti e nelle agenzie. Tutto scritto nel ddl approvato a dicembre dalla Giunta di Christian Solinas: sono 38 articoli che per diventare legge devono incassare l’ok da parte del Consiglio. Il primo round dello scontro politico si è consumato ieri, dopo che il Movimento Cinque Stelle ha sollevato il caso accusando la maggioranza di dare vita a “un poltronificio”. Così nel lungo j’accuse firmato da Desirè Manca, Roberto Li Gioi, Michele Ciusa e Alessandro Solinas. Agli M5s hanno replicato i capigruppo di Lega, Forza Italia e Sardegna 20Venti, Dario Giagoni, Angelo Cocciu e Stefano Tunis (qui il resoconto). Il terzetto sostiene che il ddl abbia “il solo obiettivo di migliorare la gestione della macchina regionale”.

Sono undici – tra enti e agenzie – le strutture pubbliche che cambieranno forma di governo con l’approvazione del disegno di legge. E il primo effetto sarà aprire a un pacchetto importante di quasi cinquanta nomine, al netto dei professionisti da indicare nei Collegi sindacali o in quelli dei revisori (esistono già e valgono un’altra cinquantina di poltrone).

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Nei trentotto articoli del nuovo ddl (qui il documento completo), gli enti e le agenzie sono stati divisi in gruppi. Si comincia con Area, l’agenzia per l’edilizia abitativa, Arst e Forestas. Attualmente tutte e tre sono governate da un amministratore unico che verrà sostituito da un Cda da cinque. Prevista anche la figura del Dg. Così sono già diciotto incarichi da assegnare.

Poi ecco le agenzie del settore agropastorale: Agris, Argea e Laore, per le quali è stato previsto un Cda da tre. Il nuovo organismo andrà a sostituire i direttori generali previsti dagli statuti attuali. Ma la figura del Dg non sparirà: saranno altre nomine di dare, per un totale di dodici in queste tre agenzie. E sempre senza includere i collegi sindacali.

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Cda da tre anche per l’Aspal, l’agenzia regionale per il lavoro, dove ugualmente ci sarà anche un Dg, sempre con funzioni di coordinamento amministrativo. Attualmente il direttore generale è il legale rappresentante di Aspal: col ddl la funzione passerà al presidente del Cda. Schema a cinque per l’Enas, l’Ente acque della Sardegna: anche in questo caso oltre al Cda cè prevista la figura del Dg. Parliamo di altre dieci nomine che sommate a quelle elencate in precedenza fanno quaranta.

Infine Isre e Sardegna It. Per quel che riguarda l’Istituto etnografico regionale, il Consiglio di amministrazione sarà ancora da cinque. Va sommata la carica del Dg, inclusa dal ddl per un’altra volta ancora. Il totale degli incarichi da assegnare è pari a sei, in questo caso. Nella società Sardegna It, invece, prenderà forma un Cda da tre. Si arriva così alle 49 nomine finali.

Sulle sfondo le possibili divisioni nel centrodestra, non fosse altro che i Cda sono invisi ai Riformatori. Era il 2012 quando i liberal democratici lanciarono la crociata contro le troppo poltrone in Regione. I sardi vennero chiamati alle urne e l’esito del referendum fu univoco: niente più Cda ma amministratori unici. Allora l’Isola era governa dal centrodestra che della battaglia anti-casta fece la sua cifra. Passati otto anni la stessa coalizione, a ben vedere, ha cambiato idea.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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