Eletti a Cagliari: chi entra e chi esce. E nel Pd cambia il peso delle correnti

Raccontano un pezzo di storia politica cagliaritana, i nomi dei 34 eletti in Consiglio. Ecco un glossario di partito tra riconferme e trombati.

Raccontano un pezzo di storia politica cagliaritana, i nomi dei 34 eletti in Consiglio comunale. Ecco un glossario di partito tra riconferme e trombati, tra correnti premiate e delusi delle urne.  Nuovi equilibri che nei prossimi cinque anni plasmeranno le scelte di governo.

Le sorprese maggiori arrivano dal Pd, il partito assopigliatutto di queste Amministrative 2016: i democratici chiudono al 19,24 per cento, pari a dieci seggi sui 21 totali del centrosinistra, rosicchiando un punto rispetto al 18,01 del 2011, anche se in valore assoluto hanno perso 1.524 voti (dai 15.259 di cinque anni fa ai 13.735 del 5 giugno). Nel Pd ha funzionato benissimo la doppia preferenza di genere che ha fatto eleggere tre coppie di candidati abbinati: Guido Portoghese e Benedetta Iannelli; Fabrizio Rodin e Rita Polo; Fabrizio Marcello e Giorgia Melis.

Solo questi sei nomi spiegano una cosa su tutto: la corrente popolare riformista che a livello regionale è entrata in rotta di collisione con Renato Soru, esce rafforzata dalle urne. Portoghese (1.002 voti) e Iannelli (841) sono di stretta osservanza Cabras-Lai, Marcello (884) e la Melis (656) appartengono all’area di Paolo Fadda. Cioè le due anime dei popolari-riformisti. Rodin (920) e Polo (911), invece, sono espressione dei soriani di Cagliari, guidati dall’ex consigliere regionale Marco Espa.

Gli altri sei dem eletti sono Matteo Lecis Cocco Ortu, Davide Carta, Rosanna Mura e Grazia Maria De Matteis. Pure loro erano abbinati in coppie elettorali che però hanno avuto meno fortuna. Fatto sta che questi quattro nomi permettono al Pd di essere rappresentato nel Consiglio comunale di Cagliari in tutte le sue correnti: Lecis Cocco Ortu (801 preferenze) è la bandiera degli ex civatiani de La Traversata; Carta (714) è il lettiano della città. I due erano abbinati rispettivamente a Paola Porcu e a Maria Gabriella Meloni.

La Mura (632), ex civatiana, ha corso queste elezioni col sostegno del consigliere regionale Piero Comandini, ex socialista della minoranza interna al Pd: era abbinata a Maurizio Chessa, consigliere uscente vicino all’ex sottosegretaria Francesca Barracciu. La De Matteis (616) è una indipendente dem che ha fatto coppia elettorale insieme al consigliere uscente Tanino Marongiu, soriano non rieletto appunto.

Tra i bocciati del Pd, Emilio Montaldo e Nanni Lancioni, entrambi uscenti: l’uno era stato eletto cinque anni col Psi, mentre il secondo arrivava dall’Udc, dopo un passaggio nel gruppo misto.

Gli assetti di Sel disegnano ugualmente una precisa geografia politica: i vendoliani, come noto, sono divisi tra la corrente Zedda-Uras (dove Uras è appunto il senatore Luciano) e quella del deputato Michele Piras. Il voto del 5 giugno dimostra che a Cagliari l’area del sindaco domina incontrastata con tre consiglieri sui quattro eletti. Ovvero, Francesca Ghirra (la più votata in città con 1.378 preferenze), Matteo Massa e Alessio Alias. Il quarto nuovo consigliere di Sel, Andrea Dettori, è equidistante dalle due correnti. La base operativa degli zeddiani è il circolo Sergio Atzeni di via Puccini, decisivo anche per l’elezione di Francesco Agus in Consiglio regionale nel 2014.

Uno spaccato del partito si ricava pure dal Psd’Az: Gianni Chessa, caterpillar delle urne con 1.232 preferenze, è stato uno dei sardisti di nuova generazione (ha cominciato a far politica nell’Udc) che maggiormente ha creduto nell’alleanza con Zedda. Tanto che a metà consiliatura mollò lo scudo crociato per sostenere il sindaco uscente. Da questo progetto “fondato sugli accordi programmatici”, ha sempre detto il segretario nazionale Christian Solinas, è nata pure la candidatura di Gabriella Deidda, entrata in Consiglio con 900 preferenze. La terza più votata è stata Monica Matta (480), moglie di Francesco Ballero, a sua volta l’uscente dell’Aula in quota Pd. Il quarto sardista che ce l’ha fatta è Aurelio Lai (noto Lelio), anche lui uscente, eletto nel 2011 con l’Uds di Mariolino Floris. Lai, come Chessa, è stato assessore in passato nelle giunte di Emilio Floris.

Una sorpresa ha ugualmente segnato il risultato dei RossoMori: Filippo Petrucci, l’ex della civica “Meglio di prima non ci basta”, solo alla fine ha scelto di candidarsi nella lista ed è riuscito a scalzare l”uscente Giuseppe Andreozzi, storico rossomoro. Elezione mancata anche per Marco Murgia, ex del Pd.

In quota maggioranza, con questa consiliatura fanno il loro ingresso in Consiglio La Base e i Partito dei Sardi, attraverso Marzia Cillocu e Roberto Tramaloni. Bocciatura netta, invece, per il Centro Democratico del deputato Roberto Cappelli, fermo all’1,21 per cento.

Sul fronte del centrodestra e del cartello elettorale di Piergiorgio Massidda, c’è da rilevare subito la composizione di Forza Cagliari, cioè la versione cittadina di Forza Italia che esce a pezzi da queste elezioni perdendo 8.039 voti (dai 13.862 del 2011 il partito è sceso a 5.823). La percentuale si è dimezzato: ora è all’8,16 contro il 16,36 di cinque anni fa). Negli equilibri interni, è una vittoria per il consigliere regionale Stefano Tunis che ha sostenuto due dei tre eletti: Stefano Schirru (978 preferenze) e Alessandro Balletto (619). Loredana Lai, seconda con 737 voti, è la moglie del consigliere uscente Maurizio Porcelli, al momento fuori dalle correnti. A bocca asciutta, invece, il coordinatore-ex governatore Ugo Cappellacci che sosteneva Roberto Mura, primo dei non eletti (504 voti). Idem il consigliere regionale Alberto Randazzo che appoggiava Patrizia Lecis (341) e Simone Erriu (298).

Una lezione è arrivata anche per i Riformatori: il partito ha dimezzato i voti, passando dagli 8.231 del 2011 (9,69%) ai 3.169 del 5 giugno (4,44%). Ma le urne non hanno gradito nemmeno il progetto di CA_mbia Cagliari voluto dal deputato Pierpaolo Vargiu che ad aprile ha fiutato bene, quando ha ritirato la propria candidatura da sindaco. Rispetto alla sette liste iniziali, alle urne ne sono state presentate due: la stessa #Ca_mbia, che ha preso l’148 per cento, e Demo Diretta, ultima della coalizione con lo 0,27 per cento.

Promozione, invece, invece per i Fratelli d’Italia del consiglieri regionale Paolo Truzzu: il partito, che a differenza di Forza Italia ha corso col proprio simbolo, ottiene il 3,65 per cento (2.611 voti) e piazza un consigliere, Alessio Mereu (643). Prova positiva pure per la civica “Massidda sindaco”, voluta e sostenuta da due uscenti del Consiglio: Pierluigi Mannino (387) e Antonello Floris (358) hanno centrato l’elezione bis.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share