Cuperlo risponde alle polemiche social: “Nessun nesso tra titoli di studio e voto”

Dopo le polemiche social nate dalle sue parole durante la trasmissione di La7 ‘L’Aria che tira’, Gianni Cuperlo ha deciso di chiarire meglio il suo pensiero. Con un lungo post, inviato anche a diverse testate giornalistiche ha voluto fare “un po’ di chiarezza”. A scatenare la polemica la sua analisi del voto della Lega alle Europee, in cui ha preso ad esempio la Regione Sardegna e un tema delicato come la dispersione scolastica nell’Isola, certificata dagli ultimi dati del Crenos, che peraltro, pur segnalando una percentuale altissima per il 2017 (il 21,2 per cento) rimarca anche il calo rispetto al 2013, in cui la dispersione scolastica aveva toccato i massimi storici al 24,3 per cento.

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Scrive Cuperlo: “Premessa: ritengo una forma acuta di stupidità collegare il titolo di studio di chiunque all’espressione del suo voto. In particolare ho sempre trovato insopportabile l’atteggiamento di superiorità morale di certa sinistra convinta di poter giudicare il mondo, e le scelte delle persone, sulla base di un giudizio dall’alto”. E va avanti: “Come sempre è chi parla che ha il dovere di farsi capire e dunque se in questo caso il mio pensiero è stato completamente travisato la sola responsabilità è mia per non aver espresso al meglio ciò che pensavo. Il mio commento muoveva da una doppia considerazione. Da un lato il fatto che la Lega sia oggi il partito più votato in Sardegna. Dall’altro il fatto che in quella regione, per altro a me cara per motivi squisitamente personali e familiari (la moglie di Cuperlo, Ines Loddo, è sarda ndr), la percentuale di insuccesso scolastico nella secondaria è tra le massime punte a livello nazionale”.

Non ho fatto – lo sottolineo, non ho fatto perché non lo penso e anzi la considero una idiozia o una forma di razzismo – alcun collegamento tra il titolo di studio di chi va al seggio e il voto per la Lega. Semplicemente non era quello il tema che ponevo. Io ho sollevato una questione del tutto diversa. E cioè che di fronte a quella statistica che dovrebbe rappresentare la priorità di un’azione di governo, l’attuale maggioranza gialloverde di cui la Lega è azionista ha tagliato le risorse per il diritto allo studio. Dunque mi limitavo a cogliere una contraddizione tra la propaganda della Lega (anche in Sardegna) e la totale inefficacia della sua politica concreta”.

E poi la precisazione: “La mia, casomai, era una critica a noi, alla sinistra per non essere riusciti ancora a incalzare questa destra inchiodandola alle sue responsabilità e allo scarto clamoroso tra le sue promesse e i risultati e le coerenze della sua azione. Una sola nota a chiudere. Nella mia vita e militanza ho incrociato donne e uomini che a scuola non ci sono potuti andare e che avevano nella testa e nel cuore più sapienza e saggezza di molti intellettuali titolati”.

“Capisco che la rete possa alimentare polemiche e persino odi che si riflettono in parole, accuse, insulti – ha chiarito Cuperlo -. A volte mi capita e quando capita (gli insulti, in particolare) me li tengo o cerco di riportare il confronto su toni di rispetto. Questa volta mi premeva scrivere queste righe perché davvero mi sono trovato accusato di qualcosa che non solo non penso ma che è lontanissima da me”.

Mar.Pi.

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