Cuccu (M5s) e il ricorso sulle elezioni: “Decisione da avvocato, non da politico”

“Sono stata chiamata in causa come persona fisica privata e non come esponente del M5s”. Dopo essere stata travolta dalle polemiche e colpita dal fuoco amico, la consigliera regionale Carla Cuccu spiega perché ha resistito in giudizio contro il ricorso sulla legge elettorale, una decisione che ha spinto i compagni del gruppo consiliare a prendere le distanze da lei, mentre il senatore Gianni Marilotti l’ha accusata di voler difendere il suo seggio in via Roma. “Ho preso la decisione di costituirmi in giudizio perché sono un avvocato e so bene che i motivi di incostituzionalità dedotti nel ricorso dall’avvocato Pubusa sono gli stessi di quelli già dedotti e rigettati dal Tar nel 2014 e dal Consiglio di Stato nel 2015 – spiega Carla Cuccu con una nota -. Per modificare una legge regionale l’organo giuridico preposto è il Consiglio regionale e non il Tar: con i colleghi del Gruppo consiliare M5S ho firmato la proposta di legge in modifica alla legge elettorale regionale per l’appunto”.

“Voglio inoltre evidenziare che principio fondamentale del M5s – spiega – è agire concretamente per far conseguire ai cittadini nel più breve tempo possibile il risultato per loro più vantaggioso, e che quello di Pubusa non era affatto un ricorso in tutela del M5s anzi, lo esponeva a contraddizioni strumentalizzabili dagli avversari politici. Come purtroppo è tristemente accaduto”.

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L’esponente del Movimento cinque stelle ha scritto un comunicato molto lungo e tecnico per spiegare nel dettaglio la sua posizione e chiarire alcuni aspetti poco chiari della vicenda, come le trattative col senatore Marilotti. Secondo la ricostruzione di Carla Cuccu fu lui a metterla in contatto con l’avvocato Pubusa, che chiese il suo indirizzo di residenza: “Dopo tempo, invece, ricevetti la notifica del ricorso col quale venivo citata in giudizio come contro interessata e telefonai subito al collega Marilotti per rappresentargli il mio disappunto per la ricevuta notifica”. Il collega di Palazzo Madama l’ha accusata di esserci opposta al ricorso contro la legge elettorale per difendere il suo seggio, ma lei replica: “In considerazione delle ingiuste accuse infondate sul fatto che il mio intento fosse di salvare il mio seggio, deve essere chiarito che un accoglimento del ricorso da parte del Tar con conseguente rimessione degli atti alla Corte Costituzionale e l’eventuale pronuncia di incostituzionalità da parte del giudice della legge non comporterebbe, in ogni caso, l’annullamento delle elezioni regionali già svoltesi”.

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Un altro aspetto su cui si sofferma e il post degli altri consiglieri regionali M5s, che hanno preso le distanze da lei: “Sebbene scritto in modo da ingenerare dubbi interpretativi (così come, infatti, accaduto), voleva significare che il mio costituirmi era da intendersi come persona fisica e non come esponente e/o rappresentante politico del M5s”.

M.Z.

 

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