Dopo il sit-in di M5s sotto il Consiglio regionale, anche la Lega prende posizione sulla proposta di legge bipartisan attraverso la quale 52 onorevoli della Sardegna (inizialmente erano 54, qui tutti i nomi) prevedono di modificare la normativa vigente introducendo la validità del mandato ai fini pensionistici. Attualmente, infatti, i cinque anni di legislatura non fanno cumulo nel calcolo della rendita permanente.
“Il centrodestra – è l’appello dei leghisti sardi – ritiri le firme dalla proposta di legge. Per noi questa è una posizione irrinunciabile anche in funzione delle prossime alleanze di governo”. Così fanno sapere gli alleati il vicecommissario Dario Giagoni e il responsabile degli Enti locali, Michele Pais. “Mancano tre mesi alle elezioni – scrivono i due – e sta finendo un mandato legislativo tra i peggiori mai conosciuti dalla Sardegna. Nessuna emergenza sarda ha trovato soluzione, anzi si sono aggravate e, in un momento di disperazione, i sardi non possono accettare una scelta del genere”. Per Giagoni e Pais è discutibile “già il principio”, ma c’è un altro problema. “L’inefficienza del governo regionale ad approvare leggi in favore dei cittadini si trasforma nell’unanime efficienza del parlamento sardo quando si tratta di legiferare e trovare ingenti risorse economiche nell’interesse dei consiglieri regionali. Il centrodestra non può e non deve cascare in una trappola architettata dalla sinistra di governo: ne prenda le distanze o proponga modifiche che escludano la retroattività, che costerebbe alle casse regionali 6 milioni di euro”. Nell’attuale Consiglio regionale la Lega non ha propri rappresentanti.
