Consiglio approva legge anti-stalking: 3,6 milioni per contrasto e prevenzione

L’Isola ora si è data una normativa sullo stalking. Non solo per contrastare il fenomeno ma anche per recuperare le vittime: potenziamento dei Centri antiviolenza esistenti, creazione di una rete organizzata e 3,6 milioni di euro per combattere e prevenire la violenza di genere. Sono gli interventi previsti dalla legge antistalking approvata oggi con 58 voti favorevoli e uno contrario dal Consiglio regionale. Negli sportelli opererà personale con competenze specifiche per dare assistenza psicologica e legale alle vittime operando in raccordo con il centro antiviolenza. I Centri potranno anche avviare dei progetti finalizzati al recupero degli stalker.

Riguardo la prevenzione sono previste attività formative e informative svolte in collaborazione con la scuola e con i media, dirette oltre che agli studenti anche a docenti e genitori, nonché attività per migliorare la sicurezza notturna nei luoghi a rischio. I Centri antiviolenza e le case di accoglienza saranno istituiti nell’ambito del sistema integrato dei servizi alla persona e diverranno stabili i contatti tra i diversi soggetti impegnati nella tutela delle vittime della violenza e dello stalking, per assicurare l’omogeneità degli interventi nel territorio regionale. Per questo motivo viene prevista una rete antiviolenza, coordinata dall’assessore regionale della Sanità. Infine saranno svolti corsi di formazione per gli operatori che seguiranno i percorsi di recupero.

Dalla Cgil arrivano però delle critiche nei confronti della normativa. “La legge sulla violenza di genere e lo stalking approvata oggi rischia di creare confusione in un tema delicatissimo come quello sulla violenza contro le donne”. Lo ha detto la segretaria regionale Marinora Di Biase, spiegando che “nell’accorpare due distinti disegni di legge, il Consiglio regionale ha messo insieme fenomeni assai distinti, stalking e violenza, che hanno una gravità diversa e richiedono approcci e soluzioni differenziate”.

La Cgil aggiunge inoltre che “affidare la responsabilità, e quindi le risorse disponibili, ai soli Centri antiviolenza – che certamente svolgono un lavoro importantissimo – escludendo la possibilità di creare sportelli dedicati dentro le Asl (ben più diffuse sul territorio) rischia, paradossalmente, di creare complicazioni alle vittime, allontanandole dai luoghi deputati a difenderle”. Il nodo del problema nasce dalla scelta di mettere insieme materie completamente diverse. Perciò lo sforzo è apprezzabile ma “l’auspicio – conclude Marinora Di Biase – è che questo Consiglio, che ha già dato pessima prova di sé con l’inaccettabile reiterata bocciatura della doppia preferenza di genere, mostri in futuro più capacità di approfondire i temi e di confrontarsi anche con le forze sociali quando vorrà occuparsi di problematiche che toccano il mondo femminile”.

Soddisfazione invece è stata espressa dall’assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci. “Con l’approvazione della legge antistalking, la Sardegna si pone tra le Regioni all’avanguardia dal punto di vista socio-legislativo per la tutela delle donne e sulla lotta a ogni forma di violenza. È una norma che si inquadra nel lavoro che la Regione ha già attuato con i recenti provvedimenti degli ultimi anni, tra cui il protocollo interistituzionale sottoscritto nel novembre 2011 che ha costituito ufficialmente la Rete regionale dei servizi antiviolenza”. Così ha commentato l’assessore, sottolineando anche il valore di un emendamento migliorativo approvato in Consiglio e presentato dalla Giunta: la prima versione, all’articolo 4, prevedeva che i soggetti destinatari dei finanziamenti per i Centri Antiviolenza fossero solo i Comuni nell’ambito dei Plus. “Se fosse passata questa modifica alla legge 8/2007 – sottolinea De Francisci – avremmo di fatto tagliato fuori tutti quegli altri enti e soprattutto le associazioni no profit che in molti casi hanno gestito e gestiscono con professionalità i Centri. Ecco perché abbiamo ritenuto di presentare l’emendamento che tutela il ruolo di tutti i soggetti e non solo dei Comuni in ambito Plus, anche perché la platea dei destinatari dei finanziamenti è ampia (tra cui Province, associazioni o Unioni dei Comuni). Di fatto, abbiamo operato nel pieno rispetto dell’articolo 3 della legge istitutiva dei Centri antiviolenza della Sardegna”

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