Capelli (Centro democratico) “pontiere” dei sovranisti. Ma l’obiettivo è la Barracciu

In apparenza è un “conflitto sovranista”. In realtà apre un nuovo fronte (e anche di scontro) nel tavolo del centrosinistra ancora diviso sulla candidatura alla carica di governatore della vincitrice delle Primarie Francesca Barracciu. Da una parte i Rossomori e Partito dei Sardi, freschi alleati; dall’altra il Psd’Az. E nel mezzo, un po’ a sorpresa, un esponente politico che di quel mondo non fa parte, il deputato del Centro democratico Roberto Capelli.

Ma andiamo con ordine. Perché in questo almeno apparente “conflitto sovranista” s’intrecciano due questioni diverse. La prima attiene ai cattivi rapporti tra i protagonisti. Rossomori e Psd’Az, come si usa dire “non si possono vedere”. E fino a qualche tempo fa erano molto tesi anche i rapporti dei Rossomori con l’ex sardista, e fondatore del Partito dei sardi, Paolo Maninchedda. Di recente, però, è stata stretta un’alleanza.

Di certo i Rossomori sono gli unici a far parte a pieno titolo del tavolo del centrosinistra. Sono nati, del resto, dalla scissione del Psd’Az dopo l’alleanza con Berlusconi. Sono, in sostanza, la sinistra sardista storica. Si capisce, dunque, perché non accettino l’idea che il Psd’Az, dopo aver governato con Ugo Cappellacci, possa ora allearsi col centrosinistra.  Respingono con tutte le loro forze questa eventualità.

La seconda questione è appunto quella della candidatura di Francesca Barracciu. I Rossomori sono i suoi più determinati oppositori. Ancor prima delle Primarie avevano sostenuto la necessità di un passo indietro dei consiglieri regionali che rischiavano di essere coinvolti nell’indagine sui fondi ai gruppi. E fin da allora era chiaro che alludevano alla Barracciu, cioè all’esponente del Partito democratico che ha con più convinzione sostenuto la necessità di riprendere il dialogo con i sardisti. Quando poi l’avviso di garanzia è arrivato, la richiesta del passo indietro è diventata esplicita. Fino alla minaccia di lasciare il tavolo del centrosinistra.

Ed ecco Roberto Capelli. L’esponente del Centro democratico ha ben poco a che fare col mondo sovranista. Ma da qualche tempo ha cominciato a lavorare come “pontiere” per tenere nella coalizione i Rossomori e farvi entrare il Partito dei Sardi di Paolo Maninchedda.  «Il nostro partito – conferma Capelli – si sta confrontando con i sovranisti. E non per creare un ennesimo asse politico, piuttosto per riunificare il centrosinistra allargandolo ai valori dell’autodeterminazione». E aggiunge: «Chi gioca a escludere i sovranisti dal centrosinistra, non raccoglierà nulla. Così come non è accettabile includere chi ancora è legato a doppio filo alla destra di Cappellacci». Cioè i sardisti.

Ma non finisce qua. Perché Capelli subito dopo passa dal sovranismo alla questione della candidatura della Barracciu:  «Nel centrosinistra – dice – esiste un problema di leadership. Il Pd, da partito di maggioranza relativa qual è, ha il diritto-dovere di decidere il candidato governatore. Ma la scelta non può essere fatta in solitudine, piuttosto va concertata con il resto della coalizione».

Insomma, pare che si stia creando un asse tra i sovranisti che non vogliono il Psd’Az nella coalizione, e alcuni dei “piccoli” del centrosinistra che vogliono mettere in discussione la candidatura della vincitrice delle Primarie. Una questione sulla quale Capelli è esplicito:  «Il Centro Democratico crede che l’eurodeputata non sia la migliore leader possibile. Peraltro, quella della Barracciu è una candidatura di partito, visto che è stata votata attraverso le primarie fatte dal Pd e non dalla coalizione».

Capelli chiude così: «Oltre la Barracciu, ci sono diverse altre persone, e non necessariamente della società civile, che possono ben rappresentare l’idea di centrosinistra». Una considerazione dalla quale emerge che il lavorio per logorare la candidatura della vincitrice delle Primarie è in pieno svolgimento.

Alessandra Carta

 

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