Coda al veleno dopo l’addio di Fancello: “Eletta nei Cinque stelle, ora si dimetta”

Erano in sei, sono rimasti in cinque ma soltanto quattro degli eletti con il Movimento 5 stelle chiedono le dimissioni di Elena Fancello, consigliera regionale che ha dato l’addio polemico ai pentastellati per passare nel Misto. Immediata la reazione da parte dei colleghi Desirè MancaRoberto Li Gioi, Michele Ciusa e Alessandro Solinas che chiedono un atto di coerenza: “Per onestà, ma soprattutto per rispetto di tutti gli attivisti e dei portavoce chiediamo alla consigliera Fancello di fare un passo indietro e compiere un atto dovuto: rassegnare le dimissioni subito”.

Nella richiesta manca la firma della quinta consigliera, Carla Cuccu, anche lei qualche tempo fa messa sotto accusa dal gruppo dei pentastellati per aver votato (insieme a Elena Fancello) assieme al centrodestra la mozione con cui il leader della Lega, Matteo Salvini, chiedeva il referendum per abrogare la quota proporzionale del ‘Rosatellum’.  La scintilla che ha innescato un’altra guerra a colpi di post e comunicati stampa tra la capogruppo, Desirè Manca, e appunto Carla Cuccu che ha accusato la collega di avere “un piglio padronale”.

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In questo clima da separati in casa, c’è stata la fuga in avanti di Elena Fancello, che ha lasciato in maniera polemica definendo i colleghi un “gruppo di dilettanti” e innescando la reazione dei grillini che vorrebbero imporre (anche se non è previsto dalla legge) il vincolo di mandato. Da qui il comunicato di fuoco firmato dai quattro consiglieri i quali sostengono che nell’elezione di Fancello il peso di far parte del Movimento 5 stelle sia stato determinante: “Non è stata votata dai sardi che credevano in un’offerta politica generica, ma ha avuto l’onore di poter far parte della massima assemblea regionale grazie al voto di tanti cittadini convinti di aderire ad un’offerta politica ben precisa, quella del Movimento 5 stelle”, scrivono i consiglieri.

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Inoltre, l’accusa viene rafforzata con la teoria che Fancello abbia utilizzato il simbolo del Movimento 5 stelle come “un grande bacino utile al solo scopo di raccogliere le preferenze necessarie all’ottenimento di una poltrona in Consiglio regionale”. La prima esperienza dei pentastellati in Consiglio regionale sembra decisamente in salita, non solo perché il risultato ottenuto alle scorse elezioni regionali è stato, come definito da molti esponenti grillini, “deludente” ma anche perché ha messo a dura prova la tenuta di un gruppo che di fatto si è conosciuto dopo aver ottenuto lo scranno tra i banchi dell’opposizione.

M. S.

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