Ecco i nomi di tutti i consiglieri indagati

Il pm Marco Cocco è nel suo ufficio al terzo piano del palazzo di giustizia cagliaritano. E’ lui è il titolare dell’inchiesta bis sui fondi ai gruppi consiliari della Regione. Sotto la lente sono finite due legislature, la penultima e la terzultima. Si indaga su 24 milioni che sarebbero stati spesi irregolarmente dal 2004 al 2012. Di qui l’accusa di peculato, per tutti gli onorevoli iscritti sul registro degli indagati: cinque nei mesi scorsi, altri trentaquattro tra ieri e oggi. Nomi di peso: da Francesca Barracciu, neovincitrice delle primarie, a Silvio Lai, segretario regionale del Pd.

TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI. Per gli ex Margherita: Antonio Biancu, Giuseppe Luigi Cucca (attuale senatore Pd), Giuseppe Cuccu, Marco Espa, Giovanni Giagu, Gavino Manca, Marco Meloni (deputato Pd eletto in Liguria), Franco Sabatini, Simonetta Sanna, Mariuccia Cocco, Francesco Sanna (deputato Pd) e Giommaria Uggias (europarlamentare Idv). Dell’allora gruppo Ds, le informazioni di garanzia sono arrivate a Francesca Barracciu, Alberto Sanna, Antonio Calledda, Angela Corrias, Franco Sanna, Vincenzo Floris, Silvio Lai, Salvatore Mattana, Gian Battista Orrù, Nazareno Pacifico, Giuseppe Pirisi, Siro Marrocu, Giacomo Spissu e Renato Cugini. Indagati anche gli ex consiglieri di Progetto Sardegna Mario Bruno (attuale vicepresidente del Consiglio regionale), Elia Corda, Alessandro Frau, Gian Luigi Gessa, Stefano Pinna, Chicco Porcu. A questi si aggiunge l’allora esponente dell’Udeur, Carmelo Cachia.

Col passare delle ore emerge qualche dettaglio. Intanto si capisce perché molti degli indagati affermano di non aver ricevuto l’avviso di garanzia. E’ successo che il Pm Cocco ha nominato tre avvocati d’ufficio ed è stato a questi legali che sono giunte le notifiche. Ciascuno degli indagati è chiamato a presentarsi in procura per chiarire la sua posizione. Con un’unica eccezione, Mario Diana, il consigliere regionale ex capogruppo del Pdl, poi diventato il leader di “Sardegna è già domani”: sono stati direttamente gli ufficiali di Polizia giudiziaria ad andare a fargli visita nella sua casa di Oristano dove hanno sequestrato libri antichi e penne Montblanc, parte di quello shopping da 250mila euro che, secondo l’ipotesi accusatoria, l’onorevole avrebbe fatto tra il 2009 e il 2012. Nella lista delle compere anche Rolex d’oro.

L’INCHIESTA. Quanto ai trentatré indagati, il fatto che siano tutti del centrosinistra ha una spiegazione: il pm sta procedendo per gruppi consiliari. Tant’è: i primi cinque onorevoli finiti sotto inchiesta, facevano parte dell’Udc, quando Cocco ha passato al setaccio i conti dello Scudo Crociato. Si tratta degli assessori Sergio Milia e Andrea Biancareddu, più gli onorevoli Sergio Obinu, Franco Cuccu e Alberto Randazzo (quest’ultimo poi è entrato nel Pdl). Fatto sta che adesso è toccato al centrosinistra, ma non si conosce ancora l’ammontare esatto della somma contestata da Cocco a Ds, Margherita e Progetto Sardegna, tutti confluiti nel Pd. Il presunto peculato si riferisce alla XIII legislatura, da maggio 2004 a febbraio 2009. Nel 2007, a ottobre, la nascita del Partito democratico.

Lo schema dell’indagine è semplice: Cocco ha raccolto tutta una serie di documenti. Carte e registri che dimostrerebbero l’uso non corretto dei fondi per i gruppi. Ecco perché sta convocando gli onorevoli: a ciascuno chiederà spiegazioni (e documenti) sui soldi spesi.

E’ del 1966 la prima legge regionale, la numero 2, che prevedeva (e regolava) indennità agli onorevoli e contributi per i gruppi. L’ultima integrazione è del 1990. Un elemento non è stato mai cambiato: nella legge 2 non è espressamente previsto l’obbligo della rendicontazione. Ma, secondo la procura, trattandosi di soldi pubblici, la presentazione di pezze giustificative diventa implicita, perché così stabiliscono le norme di rango costituzionale. Su questo poggia l’impianto accusatorio.

Alessandra Carta

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