Cicu-Cappellacci, la lotta per il potere che logora Forza Italia: i retroscena

Da amici a nemici. Svariate volte. È lo scontro –  finora senza un vincitore – tra Salvatore Cicu e Ugo Cappellacci, gli azzurri sardi di Forza Italia separati da tre anni di differenza: del ’57 l’uno, del ’60 l’altro. Fedelissimo a rotazione il primo, passato da Scajola a Tajani; ribelle di Berlusconi il secondo, ma una sola volta, nel 2010, quando gli bastò un richiamo per tornare all’ovile. A dividere i due forzisti è adesso il potere che ruota intorno al doppio appuntamento elettorale di inizio 2019: il 20 gennaio si comincia con le suppletive per eleggere alla Camera il sostituto del dimissionario Andrea Mura; il 24 febbraio sarà invece tempo di Regionali.

Cicu e Cappellacci è come se si arginassero a vicenda, e a distanza. Cicu, eletto per la prima volta in Parlamento nel ’94, è alle prese col problema di trovare una nuova poltrona su cui sedersi. A maggio del prossimo anno finisce infatti il suo mandato a Strasburgo e con certezza non tenterà la corsa bis nel difficilissimo collegio Sardegna-Sicilia. Cicu, settimane fa, si è detto disponibile a candidarsi alla presidenza della Regione, insistendo anche quando era certo che toccasse alla Lega indicare il leader. E adesso che il governo Conte ha ufficializzato la data delle suppletive, l’eurodeputato è sempre lì che rivendica un posto al sole per sé. Cicu ci prova incurante del fatto che sia a giudizio per riciclaggio, in un’inchiesta che lo vede imputato con l’accusa pesantissima di aver avuto a che fare col clan dei Casalesi, per un residence a Villasimius. Una compravendita che lo stesso Cappellacci – e anche su questo ha litigato con Cicu – ha definitivo “normalissima ma con una quota in nero”, è stata la puntualizzazione davanti ai giudici del tribunale di Cagliari, quando lo scorso giugno è stato sentito come teste, perché commercialista di Cicu ai tempi della transazione.

A Cicu il suo ‘handicap giudiziario’ non sembra importare. Ma nel caso in cui l’europarlamentare non dovesse centrare l’obiettivo personale, ha pronto il piano B: Cicu sponsorizzerebbe per le suppletive la capogruppo in Consiglio regionale, Alessandra Zedda, donna forte del centrodestra, ‘usata’ nel corso della passata legislatura – quando la coalizione governava la Regione – per fare la guerra a Cappellacci governatore. Il quale, adesso, è senza truppe. All’area del coordinatore azzurro non sono ascritti al momento big azzurri di peso. L’uomo più fedele di Cappellacci è il suo vice nel partito, Ivan Piras, sindaco di Dolianova.

Per questo Cappellacci sta stringendo un legame con la corrente (stavolta corposa) del senatore Emilio Floris che alle Regionali voleva candidare come presidente il consigliere regionale Stefano Tunis. Ovvero un’altra ‘vittima’ del potere leghista in Sardegna e costretto a farsi da parte dopo che l’indicazione del leader è toccata a Matteo Salvini. Cappellacci, pur di uscire dall’isolamento, sta appoggiando un’operazione considerata molto azzardata in Forza Italia: a Tunis, benché eletto onorevole nel 2014 con il partito azzurro, è stato concesso di correre alle Regionali con una propria lista, la civica 20Venti. Ma così, è l’accusa mossa a Cappellacci, si finirà per svuotare Forza Italia che già non naviga in ottime acque. Tunis, peraltro, potrebbe candidare nella sua lista pure Giancarlo Carta, approdato in Consiglio regionale durante la sospensione di Antonello Peru, scattata nel 2017 con la legge Severino dopo l’arresto per presunte tangenti. Carta e Peru pescano dallo stesso bacino elettorale del Nord Sardegna e una eventuale sfida in lista diverse potrebbe farli definitivamente entrare in rotta di collisione.

Sullo sfondo l’ex deputato Mauro Pili che con Cappellacci nemmeno si saluta, dopo che il fondatore di Unidos si presentò da solo alle Regionali del 2014, condannando il centrodestra alla sconfitta per via dei 37.059 voti tolti alla coalizione. A Cappellacci ne sarebbero bastati 20mila per battere Francesco Pigliaru. Pili, tuttavia, col coordinatore azzurro ha qualcosa in comune: anche il capo di Unidos è rimasto senza truppe e, stando a quanto filtra da ambienti politici di Forza Italia, per il tramite della sottosegretaria Giuseppina Castiello avrebbe chiesto alla Lega di essere valutato come candidato governatore. La proposta, però, non sembra andata in porto: Salvini è atteso in Sardegna per investire il senatore e segretario del Psd’Az, Christian Solinas.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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