Centrodestra. Lascia il Consiglio Claudia Lombardo. Provano a restarci gli eterni Floris e Oppi

Claudia Lombardo scarica Ugo Cappellacci, definitivamente, dopo avergli detto in tutte le salse – e a più riprese – che è un demagogo: la donna più potente di Forza Italia non si ripresenta alle urne interrompendo una serie positiva (e di record) che andava avanti dal ’94, visto che la Lombardo è stata la più giovane consigliera regionale della storia autonomistica, eletta a 21 anni, nonché la prima (e unica) donna a guidare l’Aula. Ma eccola la mappa del centrodestra tra ritiri eccellenti e confermati.

Cominciando dall’ex Pdl, il governatore viene abbandonato pure da un altro oppositore di peso, il sassarese Nanni Campus che un anno fa si era spostato, insieme alla Lombardo, nel gruppo “Sardegna è già domani” guidato da Mario Diana. Per ragioni diverse, stavolta di età, si tirano fuori dalle liste anche altri due sassaresi che contano: Nicola Rassu, assessore uscente all’Urbanistica, e Tore Amadu, presidente della commissione “Politiche comunitarie e informazione”.

Quanto agli azzurri della Giunta, tutti e quattro seguono Cappellacci. E sono Oscar Cherchi (Agricoltura), Mariano Contu (Lavoro), Simona De Francisci (Sanità) e Alessandra Zedda (Programmazione). Si aggiungano gli onorevoli uscenti pronti a correre di nuovo: Ignazio Artizzu, Gianfranco Bardanzellu, Lina Lunesu, Antonello Peru e Alberto Randazzo. Incerte, invece, Rosanna Floris e Gabriella Greco che nel 2009, al pari della De Francisci, erano entrate in Consiglio passando dal listino blindato del presidente, quindi senza raccogliere voti. Ma con la nuova legge elettorale non ci saranno più nominati. Il capogruppo Pietro Pittalis, invece, non avrebbe voluto ricandidarsi, ma Cappellacci sta facendo molte pressioni perché l’onorevole nuorese torni in pista pure quest’anno.

E se per la legge Severino i tre ex pidiellini arrestati – cioè Diana, Carlo Sanjust e Sisinnio Piras – sono esclusi dalla partita elettorale, non ci sono ostacoli legislativi per Onorio Petrini che ha restituito 25mila euro, soldi del Pdl spesi per comprare 25 ciotole d’argento. Per Petrini, al massimo, si porrebbe un problema di opportunità politica. Ma visto che Cappellacci è imputato in tre diversi processi (due per bancarotta e uno per abuso d’ufficio), è difficile che la candidatura di Petrini venga respinta per il solo fatto che è indagato nell’inchiesta sui fondi ai gruppi.

Sul fronte Udc, Giorgio Oppi, il grande capo dei centristi sardi, si butta di nuovo nella mischia. Non invece gli altri due della troika, cioè Felicetto Contu, il presidente della commissione Sanità classe 1927, e il capogruppo Giulio Steri. Ma se si ricandida Oppi, accusato anche lui di peculato, non hanno problemi di veto tutti gli altri Udc finiti sotto inchiesta. A cominciare dagli assessori Andrea Biancareddu (Ambiente) e Sergio Milia (Pubblica istruzione), ma anche gli onorevoli uscenti Nello Cappai e Sergio Obinu. Tuttavia sulla loro eventuale nuova corsa starebbero ancora decidendo.

Quanto ai Fratelli d’Italia, è sicura la ricandidatura del capogruppo Matteo Sanna, mentre Antonello Liori, il desulese alla guida dell’Industria (ex della Sanità e del Lavoro) non avrebbe ancora sciolto le riserve. Idem Giorgio Locci, altro ex pidiellino passato col partito di Giorgia Meloni. Invece: ha già detto “no” Paolo Terzo Sanna, mentre Domenico Gallus ed Eugenio Murgioni hanno scelto di riprovarci.

Nel centrodestra, i Riformatori – il partito della questione morale sollevata senza successo- sono gli unici ad essersi dati una regola: i liberal democratici non candideranno indagati (ma nessuno di loro, al momento, ha ricevuto avvisi di garanzia) e non permetteranno più di tre legislature. Per questo si possono ripresentare alle urne delle Regionali il coordinatore Michele Cossa e Attilio Dedoni. In corsa pure Franco Sergio Pisano, che di mandati però ne ha fatto solo uno e mezzo. Franco Mula, altro riconfermato, è invece alla prima legislatura. Rinuncia al bis Franco Meloni, l’ex manager della Sanità, eletto nel 2009 nel listino del presidente. Meloni si limita a dire: “È stata un’esperienza bellissima, ma lascio il posto ai giovani”. I Riformatori stanno provando a mettere in lista, in alcuni collegi, anche più di un terzo di donne, che è la soglia minima stabilita dalla nuova legge elettorale. Ma su Cagliari ha declinato l’invito alla candidatura Rita Mameli, consigliera comunale di Monserrato, una liberal democratica di ferro.

Infine l’Uds di Mariolino Floris, il partito più piccolo della coalizione: l’assessore uscente agli Affari generali nonché ex presidente della Regione, è candidato con certezza. Certo è che da qui al 13 il valzer delle liste è destinato a conoscere nuove sorprese.

Alessandra Carta

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