Si fa durissimo, il duello a distanza sulla fiscalità di vantaggio: uno contro l’altro ancora Ugo Cappellacci e Francesco Sanna. Sono le 18 quando il governatore posta su Facebook «il documento che sbugiarda chi, pur di infangarci, rema contro la Sardegna». Ma il deputato Pd, a cui il messaggio è indirizzato, non si scompone: «Ribadisco che siamo sempre davanti allo stesso inutile polverone».
E’ un post di fuoco, quello di Cappellacci. Con una scritta rossa in stampatello: «Ecco la verità», si legge sul profilo Facebook. Allegata c’è la norma con la quale si riconosce alla Sardegna il diritto di modificare l’articolo 10 dello Statuto. Obiettivo: tagliare l’Irap del 70 per cento, come approvato dal Consiglio regionale, su proposta del Pd, anche se poi il Governo impugnò la legge.
Cappellacci scrive: «Qualcuno afferma che la modifica dello Statuto richiesta dalla Regione Sardegna, approvata dal Consiglio dei Ministri nella versione originaria della Legge di Stabilità e successivamente cancellata da mani “misteriose”, non sarebbe mai esistita. Purtroppo, per questo inquilino dei palazzi romani e per quelle (sinistre) voci che hanno ripetuto il ritornello, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi». Il governatore va avanti così: «Chi ha cancellato l’articolo si è dimenticato di modificare la relazione tecnica alla Legge di Stabilità, dove i contenuti da noi richiamati sono illustrati in maniera compiuta».
Sanna è serafico: «Cappellacci vuole sempre far credere che chi non lo segue nel suo pressapochismo e non gli fa da zerbino, rema contro la Sardegna. Ma non ci crede nemmeno lui e nemmeno chi gli scrive i post su Facebook. Torniamo ai fatti. Egli, forse, non sa che non esistono versioni originarie del disegno di legge di Stabilità. Esistono, semmai, le bozze che rimangono sui tavoli, perché il presidente della Repubblica firma una sola versione, quella definitiva che ha ricevuto il voto del Consiglio dei Ministri, appunto l’unica che ha validità da un punto di vista legislativo. Tutto il resto non conta. Peraltro: io ho precisato che la norma “taglia Irap” è stata sicuramente inserita in una bozza del disegno di legge, ma non nel documento finale».
Il deputato Pd aggiunge: «Se Cappellacci rileggesse bene la mia opinione sulla questione, si accorgerebbe che io, come il vicepremier Alfano, ho spiegato che il negoziato tra Governo e Regione, per definire un quadro di regole che consenta alla Sardegna di manovrare le imposte, senza oneri per lo Stato, è praticamente concluso. Quella parte della relazione tecnica, postata dal governatore su Facebook e che riprende l’ipotesi di inserimento della norma nel disegno di legge, non contrasta con quanto sostengo. Solo che la relazione tecnica, elaborata dal ministero dell’Economia per esplicitare gli effetti finanziari di ogni singola voce, non è il testo definitivo del disegno di legge, l’unico che conta, ripeto, in quanto votato dal plenum del Governo. Semplicemente, si tratta di un allegato che non era nemmeno a disposizione dei ministri la sera del 15 ottobre, quando fu approvato il testo. Ma tutta questa è ormai questione di lana caprina: vedremo testo e contenuti in Parlamento, dove ciascuno potrà dire la sua».
Cappellacci chiude così il suo post: «È triste che simili tentativi vengano da chi a Roma dovrebbe rappresentare gli interessi dei sardi. Ripeto quello che gli ho detto personalmente stamattina all’aeroporto di Cagliari: “Onorevole Sanna, vergognati!”». Il deputato Pd si limita a dire: «Sembra che Cappellacci mi attribuisca tra le righe un grande potere (modificare deliberati del Consiglio dei Ministri a cose fatte), ma questa sua credenza si basa su una scarsa conoscenza di come funziona il Governo della Repubblica, composto anche dai ministri che oggi l’hanno pietosamente ricevuto. Quanto alla vergogna, lascio che a giudicare siano i sardi».
Al. Car.