Cancellato il Piano paesaggistico

Cambiano le regole in Sardegna in materia di pianificazione urbanistica e ambientale. A quattro mesi dalle elezioni, Ugo Cappellacci imprime un’accelerata e punta ad approvare – ministero permettendo – un nuovo Piano paesaggistico che manderà in soffitta quello varato dalla Giunta di Renato Soru nel 2006. Primo passo oggi con il via libera dell’Esecutivo regionale riunito a Sassari con Cappellacci e tutti gli assessori. Un passaggio destinato a inasprire il confronto tra maggioranza e opposizione, con il centrosinistra pronto a fare le barricate.

Il Piano, innanzitutto, cambia nome: da Piano paesaggistico regionale diventa Piano paesaggistico dei sardi. Al di là della denominazione viene stravolta gran parte della pianificazione voluta da Soru. Si allentano così i vincoli nella fascia costiera dove sarà possibile intervenire, ristrutturando l’esistente, sulla base di “precise regole”. Quanto ai corsi d’acqua, solo fiumi e torrenti di rilievo paesaggistico saranno soggetti a restrizioni. E per i centri storici, massima attenzione a quelli di pregio, più libertà di manovra in tutti gli altri. Lo schema voluto da Cappellacci recepisce, inoltre, la legge sul golf e quella sui Piani strategici e, come detto, mette paletti sul riconoscimento di “bene paesaggistico”.

Il Piano così concepito diventa lo strumento di governo delle trasformazioni, mentre i tempi di redazione dei Piani urbanistici comunali (Puc) vengono “notevolmente ridotti” con l’introduzione dell’atto di accordo tra Comuni, Regione e Ministero. La proposta di modifica del vecchio Ppr dovrà ora compiere un lungo iter per la validazione degli atti, con l’assenso finale da parte del ministero dei Beni ambientali e culturali, con il quale attualmente sono state verificate alcune cartografie. Entro 60 giorni dall’approvazione della delibera – non ancora disponibile perchè si dovranno recepire alcuni emendamenti – si potranno presentare le osservazioni, mentre entro 30 giorni il documento dovrà essere trasmesso alla commissione Urbanistica del Consiglio regionale. “Le regole confuse e imprecise imposte negli anni passati, hanno intrappolato la libertà del nostro popolo e questo ha provocato enormi danni”, ha chiarito Cappellacci difendendo a spada tratta il suo progetto.

“Durante il riesame – argomenta il governatore – abbiamo accertato che c’erano migliaia di beni duplicati o non esistenti, altri non rintracciabili per i quali il Piano esigeva comunque e paradossalmente l’autorizzazione paesaggistica. Il 60% del territorio regionale, infatti, è stato sottoposto ad un vincolo paesaggistico per intervento del vecchio Ppr. In questo 60% vive l’80% della popolazione sarda. Abbiamo riaffermato il principio secondo cui la valorizzazione del paesaggio deve perseguire la politica dello sviluppo sostenibile”. Materia incandescente che ha riacceso lo scontro tra gli schieramenti. A difendere la proposta della Giunta è il capogruppo Fdi in Consiglio regionale, Matteo Sanna: “Se col precedente Piano era prevalsa l’ideologia del blocco totale, oggi affermiamo il principio che si può lavorare, migliorare, modificare senza consumare altro territorio, al passo coi tempi”. Ma l’opposizione attacca. “Questo è un Piano contro i sardi e la Sardegna – dicono i parlamentari di Sel Luciano Uras e Michele Piras – Bisogna dire basta al nulla sistematico della propaganda. Si faccia un vero piano per la casa, soprattutto per giovani copie, un progetto di infrastrutturazione civile all’altezza dei bisogni, con risorse pubbliche in combinazione al capitale privato per rilanciare edilizia ed economia senza consumare territorio con nuove inutili cubature”.

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